Legge elettorale, c'è l'accordo tra Renzi e il Cav

Il premio di maggioranza passa dal 35 al 37%. La soglia per i partiti in coalizione scende dal 5 al 4,5%

Legge elettorale, c'è l'accordo tra Renzi e il Cav

Alla fine la quadra è stata trovata. "Siamo a un passo" ha detto il segretario del Pd ieri sera a Ballarò. E oggi quel passo è stato fatto. Matteo Renzi e Silvio Berlusconi hanno raggiunto l'accordo sulla legge elettorale. Questa mattina le ultime telefonate tra i due leder per limare e definire il testo che andrà in Aula. L'intesa prevede, secondo alcune fonti parlamentari, che la soglia per far scattare il premio di maggioranza passi dal 35 al 37 per cento. Dovrebbe essere contenuta nella legge anche la cosiddetta norma "salva Lega".

Chiuso anche il fronte sulla soglia di sbarramento per i partiti all'interno delle coalizioni che, stando a fonti parlamentari, passerebbe dal 5 al 4,5%. Inoltre dovrebbe essere poi stato fissato a 45 giorni il limite per la delega al governo per ridisegnare i collegi.

Il sindaco di Firenze festeggia: "Con l’intesa sulla legge elettorale, nonostante i professionisti della critica, il passo avanti è enorme. Dopo anni di melina, in qualche settimana si passa dalle parole ai fatti". Denis Verdini, uno dei principali artefici di questo accordo, è ottimista anche sul percorso parlamentare della legge: "Ma il patto è stato ormai raggiunto, perchè non dovrebbe tenere? Sono certo che supererà anche la prova del voto segreto...". Anche il premier Enrico Letta si congratula per l'accordo: "Le riforme istituzionali, la legge elettorale e la fine del bicameralismo paritario che rappresenta una cosa obsoleta nel nostro paese, sono fondamentali per la stabilità e per mandare avanti il nostro paese. È una buona notizia per l’Italia se riusciamo a farle". Tiepidi i commenti di Scelta Civica, per Renato Balduzzi "l'abbassamento della soglia è un primo passo". Sulle barricate i vendoliani di Sel che promettono di dare battaglia all'Italicum: "Siamo contrari ad una riforma

538em;">elettorale che ha come unico scopo quello di limitare la rappresentanza di milioni di cittadini il cui voto non troverebbe nessuna corrispondenza in Parlamento".

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