L'ennesimo spreco del Sud: brucia 1,5 miliardi della Ue

L'ennesimo spreco del Sud: brucia 1,5 miliardi della Ue

RomaProgetti sulla carta. Mai partiti, mai conclusi. Oppure progetti scaltri, diversi da quelli previsti, presentati solo per raggranellare in modo poco limpido soldi pubblici. Alla fine arrivano a circa un miliardo e mezzo i finanziamenti messi a disposizione dall'Unione europea per la cultura in Italia già tornati a Bruxelles perché non utilizzati.
Una pioggia di denaro sprecato, un'occasione persa, enorme per un settore che avrebbe bisogno di un sostegno comunitario. Tutti i dati sono contenuti in un servizio del sito L'inkiesta.it, rilanciato su Twitter, e partito da una lettera arrivata sulla scrivania del ministro della Coesione Territoriale, Fabrizio Barca. A scriverla è il presidente della provincia di Siracusa, Nicola Bono, responsabile del settore Cultura dell'Unione delle Province italiane e membro del consiglio di sorveglianza del Poin. Poin e Pain sono i nomi dei programmi operativi europei destinati allo sviluppo della cultura al Sud. Cultura ma anche natura e paesaggio. I fondi non utilizzati sono le risorse del programma «attrattori culturali 2007-2013». Alla verifica definitiva, sono stati chiesti indietro, e quindi persi. Ci sono poi altri due miliardi in bilico, e il ritorno nelle casse dell'Unione europea dipenderà dall'esito delle verifiche che inizieranno a partire da questo mese. Il 31 dicembre, infatti, è scaduta la programmazione 2013. Entro quella data i promotori dei progetti dovevano dimostrare che i lavori erano quantomeno in corso d'opera. Se non l'hanno fatto, altro denaro perso per l'Italia.
Oggi si inizia, anche se in ritardo, a cambiare metodo di controllo. Il ministro Barca è in trasferta al Sud, in Campania, per conferire segnaposto verdi o rossi a progetti andati a buon fine o arenati all'interno dei Programmi comunitari operativi regionali (Por)Fesr 2007-2013. La visita segue a una serie di sopralluoghi compiuti a novembre da una squadra di amministratori pubblici su quaranta interventi in Campania e in Sicilia. I fondi europei investiti sono pari a un miliardo di euro. In Campania non è partito il restauro delle scuderie reali di Villa Favorita a Ercolano. Qui Barca consegnerà un segnaposto rosso. Il restauro è stato ultimato, ma manca la destinazione d'uso. L'immobile cioè non è mai entrato in esercizio. Le scuderie sarebbero dovute essere destinate ad accogliere un centro culturale «aperto alla diversificazione etnico sociale - come si legge nella scheda tecnica - finalizzato a favorire lo sviluppo socio-turistico di Ercolano quale futuro polo multiculturale». È stato fallimentare poi il progetto «Recupero e valorizzazione delle preesistenze del Regio Tratturo, provincia di Benevento». Nella scheda, alla voce «risultati conseguiti», si legge che «la fruizione dell'intervento non è in linea con i risultati attesi». Tra gli altri lavori, erano previsti una serie di servizi per favorire «la fruizione del Tratturo da parte dei turisti» e «l'individuazione di attività culturali» e per il tempo libero. È fallito anche un progetto di «ricovero-degenza e riabilitazione delle tartarughe marine» a Bagnoli. Otto interventi avranno poi la bandierina grigia, cioè lavori in corso d'opera da verificare in una fase successiva, e sei verde.

In Sicilia è stato considerato «nullo» il progetto per la costruzione di un aeroporto a Comiso, con lavori di adeguamento della ex base Nato: «L'assenza dei programmi operativi dei voli pregiudica l'esito dell'intervento». Progetto bocciato anche a Zaera sud (Messina) dove il parcheggio previsto «non risulta in esercizio».

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