Letta vuole la verifica della maggioranza in parlamento: "Riuscirò a convincere tutti"

Il presidente del Consiglio getta benzina sul fuoco attaccando il Pdl. Vuole verificare la tenuta della maggioranza prima del 4 ottobre, data dell’udienza sulla decadenza di Berlusconi: "Domani andrò da Napolitano per chiarire come andare avanti"

Letta vuole la verifica della maggioranza in parlamento: "Riuscirò a convincere tutti"

Acque agitate nei palazzi della politica. Dopo la mossa del Pdl, che ha anticipato le dimissioni dei propri parlamentari nel caso di voto del Senato a sfavore di Berlusconi, il presidente del Consiglio Enrico Letta starebbe valutando di chiedere, al suo rientro a Roma dagli Stati Uniti, una verifica della maggioranza. La prossima settimana, si apprende da fonti parlamentari, il capo del governo potrebbe presentarsi alle Camere per "parlamentarizzare" la crisi (che al momento non si può ancora chiamare tale perché nessuno, ufficialmente, l'ha aperta ma solo minacciata). Al di là degli aspetti tecnico-regolamentari, dunque, resta aperto il problema politico. Allo stato attuale, infatti, mentre i parlamentari di Forza Italia firmano le lettere di dimissioni, da utilizzare in caso di decadenza di Berlusconi, il premier mantiene un filo diretto con il Quirinale e al suo ritorno, domani, potrebbe salire al Quirinale, anche per riferire dell’esito della sua missione in Canada e Stati Uniti.

Da New York trapela la forte preoccupazione del presidente del Consiglio per la stabilità economica del Paese: "L’idea di mettere tutto in discussione in questo momento è allarmante", riferiscono alcune fonti dell'esecutivo. Ma anche in seno al Pd c’è stato di allerta: il capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, chiede "un chiarimento". Ma intanto se la situazione dovesse precipitare - riferiscono fonti parlamentari di Largo del Nazareno - anche nel Pd potrebbe cambiare tutto: i vertici del partito, infatti, potrebbero tornare a chiedere a Letta di candidarsi alle primarie. E sarebbe scontro finale, dunque, tra Letta e Renzi.

Ma torniamo alla crisi di governo: l'idea che ha in mente Letta è quella di verificare la tenuta della sua maggioranza, in parlamento, prima del 4 ottobre (data in cui è prevista l’udienza pubblica sulla decadenza da senatore di Berlusconi). Il premier non pensa a una fiducia vero e proprio, ma un voto su un'eventuale risoluzione sul programma da affrontare.

Da Parigi il ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, sottolinea che il governo Letta "non vuole sopravvivere". E aggiunge: "La sua forza è quella di essere sostenuta consapevolmente da un’alleanza eccezionale di due forze. Una verifica di questa forza potrebbe essere utile". Il ministro esprime inoltre "profondo rispetto per il presidente della Repubblica", precisando che questo lo differenzia da alcuni esponenti del suo partito con i quali c’è invece "assoluta unità di intenti" riguardo al tema della decadenza di Berlusconi.

In questo modo "non si può andare avanti e fa bene Letta a chiedere un passaggio parlamentare - ammette il vice-ministro all'Economia Stefano Fassina -. Sapevamo con chi avevamo a che fare, conoscevamo la situazione di Berlusconi, ma abbiamo scelto l'interesse del paese. Abbiamo fatto una scelta giusta. Oggi siamo a un bivio, è evidente che non si può andare avanti facendo finta che non è successo niente, non si può andare avanti col Pdl che continua a tenere un atteggiamento demagogico".

In serata Letta, rispondendo a una domanda sulle tensioni con il Pdl alla Columbia University, dispensa ampie dose di ottimismo: "Al ritorno a Roma affronterò i problemi della maggioranza, l’Italia è attesa il prossimo anno dal semestre di presidenza dell’Ue e sono certo che riuscirò a convincere tutti a comprendere le giuste priorità e a mio avviso questa è la prima priorità". Poi, nel commentare gli ultimi sviluppi politici italiani, mentre lui si trovava all'Onu, alza i toni: ''Un'umiliazione per l'Italia''. E aggiunge: ''Né battute sprezzanti né battute. E' assolutamente comprensibile che ci sia un momento di disagio e di profonda riflessione all'interno di un partito come il Pdl nato attorno ad una leadership. Ma bisogna separare le questioni''. E manda un avvertimento al Cavaliere e a tutto il centrodestra: "Il principio 'muoia Sansone con tutti i filistei' non conviene a nessuno, nemmeno a Berlusconi. E sarebbe il disastro dell'Italia".

"A essere umiliata è davvero l'Italia, ma non da Berlusconi e dai parlamentari di Forza Italia, bensì dai compagni di partito di Letta che, in Giunta per le elezioni al Senato, calpestano la Costituzione e la democrazia, applicando al senatore Berlusconi retroattivamente la legge cosiddetta Severino". Lo afferma in una nota il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta.

"Reagire all'ingiustizia - spiega - è ciò che di più nobile possa fare un eletto dal popolo. Non accettiamo di essere trattati da irresponsabili da chi assiste con indifferenza, o peggio con connivenza, alla premeditata eliminazione di un leader di popolo come Silvio Berlusconi".

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