Il connubio fra la scrittura e l'immagine è un matrimonio vincente, come lo è l'intima compenetrazione tra musica e immagine stessa. Ci sono film che si ricordano più per la colonna sonora che per le sequenze proiettate, o meglio, per il perfetto mix creato. Blade Runner, C'era una volta in America, Lawrence d'Arabia, per citare i primi che mi vengono in mente. Cosa resterebbe delle immagini, senza le note di Vangelis, Morricone e Jarre? E come dimenticare i primi grandi libri della gioventù: Viaggio al centro della Terra, Moby Dick, Zanna Bianca. Se chiudo gli occhi, più dello scritto mi vengono in mente i disegni del vulcano, della balena, di lupi e alci.
Federica Berner Ghezzi e Vittorio Ghezzi hanno deciso di rinnovare questo antichissimo sodalizio, dando alla luce un piccolo ma affascinante libro, Memorie di una bassotta di buona famiglia, stampato per i tipi di Nuages. Nel testo, la bassotta Liù racconta le proprie memorie con un divertente e disincantato sguardo sulle vicende del mondo. «Ho appena letto al mio cane, Holly, le memorie di Liù» scrive Paolo Biscottini nella prefazione. «Ne è rimasta affascinata e mi ha detto che anche lei vorrebbe scrivere le sue, ma si ritiene troppo anziana per farlo. La vita, dice, è piena di occasioni e bisogna saperle prendere al momento giusto. Così han fatto Federica e Vittorio con questo librino delizioso, non solo perché entra nel misterioso rapporto fra il cane e i suoi padroni (e sulla pariteticità Liù non ha affatto torto), ma anche perché lo rappresenta. Se infatti il testo racconta lo sguardo di Liù sul mondo, le immagini ci offrono lo sguardo di Federica sul suo cane. Uno sguardo attento, divertito e pensoso. Federica, come sempre sa vedere e rappresentare. Non è questo, da sempre, il problema centrale dell'arte?».
Federica Berner vive nel quartiere di Brera, dove si è svolto il suo percorso professionale. Affascinata dal mondo che si è sviluppato attorno all'Accademia di Belle Arti, alle tante gallerie, ai bar, ai ristoranti frequentati da artisti che hanno diffuso nel mondo le tradizioni pittoriche della città, ha raccolto i loro ritratti su tele leggere, che li descrivono in un modo un po' irreale e impalpabile, salvaguardandone tuttavia la sostanza e l'integrità.
Da Milano a New York, dalla Grande Mela a Shangay (nel prestigioso Museo Nazionale Liu Hai Su Museum of Modern Art), l'artista ha portato nel mondo le sue opere che hanno un minimo denominatore comune: il movimento, più ancora del personaggio.
Questa volta, in occasione dell'uscita del libro, Federica Berner ci dona la possibilità di vedere la serie dei ritratti di Liù, dipinti dall'artista con i tratti che le sono propri. Riflessione e ironia si rincorrono nella descrizione di un personaggio, il bassotto, che già di per sé è forse il vero artista delle razze canine, con quell'espressione talvolta tronfia con cui cammina, talora riflessiva con cui ci guarda, sempre disincantata con cui fissa il mondo dal basso (solo apparente) all'alto. L'inaugurazione della mostra e l'incontro con gli autori, domani dalle 18 in poi presso la galleria Nuages, Via del Lauro 10 a Milano.
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