L'icona gay di Monti gestisce tre siti hard e incontri per escort

Il presidente di Gay.it Alessio De Giorgi ammette: "Tutto vero ma non c'è pornografia né prostituzione"

Alessio De Giorgi, imprenditore e direttore di Gay.it
Alessio De Giorgi, imprenditore e direttore di Gay.it

Nei giorni scorsi le foto che immortalano Alessio De Giorgi, renziano prestato alla lista Monti, mentre bacia una drag queen, avevano creato non poco imbarazzo al Professore. Adesso, però, la candidatura «scomoda» rischia di esplodere nelle mani del premier: la società di De Giorgi è proprietaria di quattro siti che, oltre a proporre video pornografici con contenuto omosessuale, organizzano incontri gay. Alla faccia della sobrietà del Prof.
Monti aveva deciso di arruolare nella sua lista l'imprenditore e direttore del sito Gay.it per garantire un maggiore pluralismo sui temi etici e trovare un filo diretto con il leader del Pd Pierluigi Bersani che, in caso di vittoria, vuole portare in parlamento le unioni civili. De Giorgi era stato infatti membro della prima Assemblea nazionale del Pd ed era intervenuto all'ultima Leopolda di Renzi. «Se entrerò al Senato - ha spiegato sui Facebook nei giorni scorsi - lo farò con le mie idee, la mia storia, le mie passioni, non cambiando una virgola di quanto ho pensato in questi anni». Non è il programma politico di De Giorgi, però, a imbarazzare Monti, ma il suo curriculum.
Oltre a essere indagato per reati ambientali e falso in atto pubblico, l'attivista per i diritti dei gay ha problemi per le licenze dei locali da ballo che gestisce e per i contenuti dei siti di cui è proprietaria la sua società, la Gay.it. Come anticipato da Dagospia e poi ripreso dalla trasmissione di Radio 24 «La Zanzara», la società è il contenitore dei portali gaysex.it, gaytube.it, nowescort.com e me2.it. Non appena la notizia è stata rilanciata dai media, l'accesso a tre dei quattro siti è stato immediatamente bloccato dallo stesso De Giorgi. Anche se irraggiungibili, grazie a Google, è possibile visionarne ugualmente il contenuto. Gaysex.it e gaytube.it propongono video hard per omosessuali. Nell'homepage di Nowescort.com, invece, si legge che le pagine del sito «sono destinate ad accogliere profili di ragazzi che, nel sito me2.it, intendono dichiarare la loro disponibilità ad effettuare servizi di accompagnamento personale». Insomma, il portale raccoglie annunci di escort per effettuare incontri.
La notizia è subito esplosa suscitando violente polemiche. De Giorgi è corso ai ripari scrivendo una lettera a Dagospia per prendere le distanze dalle accuse e spiegare che nessuno ha mai ricevuto compensi economici. «La parola escort può sicuramente far drizzare le antenne ai campioni di moralismo e giustizialismo - ha spiegato - ma c'è da precisare che su tali utenti la Gay.it non ha mai ottenuto alcun vantaggio economico». Poi è passato all'attacco: «Visto che né pornografia né incontri tra persone costituiscono reato, trovo decisamente di cattivo gusto la campagna denigratoria e la sovraesposizione mediatica di cui sono vittima, che rischia di configurarsi come una vera e propria campagna sessuofobica».
Dal Loden ai siti porrnografici, per la Lista Monti, il passo è stato molto breve.

Sebbene si sia trincerato dietro a un silenzio piuttosto eloquente, viene da chiedersi se il «sobrio» Monti si rispecchi nei valori e nelle battaglie di De Giorgi con cui potrebbe ritrovarsi a lavorare, fianco a fianco, in Parlamento.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica