Per il suo profilo Facebook, Alili Abdul aveva scelto una foto incorniciata con i cuoricini rosa e la scritta «ti amo». Dei suoi 124 amici telematici una ventina sono ragazzi italiani, per lo più marchigiani, mentre gli altri sono quasi tutti giovani balcanici che come lui si sono stabiliti sulla sponda occidentale dell'Adriatico. Unica località evidenziata nella sua mappa, Montelupone (Macerata), indicato anche come luogo di nascita. Idolo musicale, Eros Ramazzotti. Film preferiti, The Amazing Spider Man e The Rock of Ages, trasposizione hollywoodiana, con cast stellare, di un musical degli anni Ottanta. A quell'epoca i vecchi capicronisti dicevano ancora ai giornalisti praticanti «sull'elenco della Sip ci sono anche i ladri e gli assassini». Oggi direbbero «cerca su Facebook».
Alili Abdul, 28 anni, imbianchino macedone con precendenti per reati contro il patrimonio, ieri all'alba ha confessato di avere ucciso gli anziani coniugi Marconi nel loro casolare. Dopo una notte trascorsa nella caserma dei carabinieri di Montelupone a negare e a incolpare il marocchino suo vicino di casa che era stato fermato insieme con lui, Abdul è crollato spiegando di aver ucciso i due anziani perché lo avevano sorpreso in casa mentre cercava qualcosa da rubare. L'imbianchino ha detto che aveva bisogno di soldi, che era disperato, e di avere scelto come obbiettivo il casolare dei Marconi, poco distante dalla casa dove abita con la moglie e i tre figli, all'ultimo momento, senza premeditazione. Con la confessione è arrivato l'arresto per omicidio plurimo e rapina.
Ma se il giallo di Montelupone si è chiuso in 48 ore grazie alle indagini congiunte dei carabinieri del Reparto operativo di Macerata, della Compagnia di Civitanova e dei tecnici di Racis e Ros, la violenza costata la vita un uomo di 83 anni e alla moglie di 73 ha cambiato la percezione della sicurezza nelle campagne del paese, uno dei borghi più belli d'Italia, e una zona dove tutti si conoscono, pochi vivono dietro porte blindate, e l'atteggiamento verso gli stranieri, quasi sempre immigrati sufficientemente integrati, era finora volto all'inclusione. E non aiuta sapere che Abdul, così spiegano gli investigatori, avrebbe agito «a caso», forse sotto l'effetto di un mix di stupefacenti, girando con lo scooter dell'amico marocchino alla ricerca di un'abitazione da ripulire. Prima aveva tentato di farsi aprire la porta da un'altra coppia di anziani, fingendo di volerli proteggere perché c'erano dei ladri in giro. Poi è andato dai Marconi, che lo hanno sorpreso. Li ha colpiti con una ventina di coltellate e, dopo aver arraffato quello che ha trovato, ha tentato di appiccare un rogo per eliminare i segni del suo passaggio. Tornato a casa, ha gettato una maglia insanguinata e le scarpe in un cassonetto della spazzatura, e nascosto l'arma del delitto - un coltello da cucina con una lama di 15 centimetri - fra i cingoli di un trattore parcheggiato non lontano dal luogo della strage.
A mettere gli investigatori sulle tracce del gruppetto di immigrati, tutti regolarmente residenti in Italia, sono state le impronte delle scarpe dell'omicida trovate nell'abitazione dei Marconi e quelle lasciate dallo scooter nel cortile.
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