Londra ama gli immigrati. Se ricchi

In preparazione visti speciali per 100 manager e finanzieri. Intanto la City si sta islamizzando

Londra ama gli immigrati. Se ricchi

LondraServizio esclusivo per visitatori eccellenti. La Gran Bretagna avvia un programma pilota per attirare i leader della finanza e dell'imprenditoria globale offrendo una corsia preferenziale nel sistema di visti per l'ingresso nel Paese. Un vero e proprio «premium class Visa service» destinato a pochi eletti - per ora saranno solamente un centinaio - a cui sarà possibile accedere esclusivamente per invito. I fortunati destinatari del servizio usufruiranno di una prassi personalizzata, accelerata ed efficiente per entrare in Gran Bretagna al medesimo costo dei normali controlli. Il programma dovrebbe divenire operativo dal prossimo anno, come ha spiegato ieri il ministro degli Interni britannico Theresa May, e fa parte delle inziative pensate dal governo per favorire la ripresa e risollevare l'economia nazionale.
«Questi cambiamenti ci consentiranno di mantenere un servizio di ingresso di prima classe, competitivo e in grado di innovarsi di fronte alle esigenze in continua evoluzione del mondo degli affari - ha detto la May - assicurandoci così il successo nelle sfide globali. In questo modo garantiremo la crescita economica senza per questo trascurare la sicurezza ai nostri confini». Così, proprio mentre vengono annunciate pesanti misure restrittive per l'accesso ai lavoratori extracomunitari, ecco che l'esecutivo di David Cameron allenta i controlli per quegli extracomunitari benestanti e con ottimi contatti, quelli che contano veramente. Una manovra troppo azzardata, decisamente non politically correct? È probabile ma per gli inglesi il business viene prima di tutto e le regole si fanno e si disfano su misura, a seconda di quello che conviene. Prova ne è anche l'intenzione dello stesso Cameron di trasformare la City di Londra nel cuore pulsante della finanza islamica, il primo centro europeo in cui le leggi della finanza verranno adattate a quelle della Sharia, con la vendita di azioni per investitori di osservanza musulmana, cioè senza guadagni sugli interessi speculativi. Questo mentre nei luoghi pubblici, come ospedali e tribunali, il velo islamico viene progressivamente vietato. Ma gli inglesi sono gente pragmatica e sanno che l'economia è tutta un'altra storia e che mai come oggi quella nazionale ha bisogno di spalancare le porte a chiunque sia in grado di darle una boccata d'ossigeno. D'altra parte sono ormai numerosissimi i tycoon russi (da Abramovich a Lebedev) o gli sceicchi arabi (vedi l'emiro del Qatar che ha in mano Harrod's) che hanno stabilito nella capitale inglese i loro interessi facendo non solo le proprie fortune ma anche quelle del Paese che li ospita. Il nuovo sistema doterà «i migliori» di un account manager personale in grado di servire procedure d'ingresso «su misura», a seconda delle necessità e di rendere l'ingresso in Inghilterra il più rapido e semplice possibile.
Niente intoppi, niente lungaggini amministrative, niente file. Chi vuole lavorare e investire sul suolo britannico verrà trattato con i guanti senza dover sborsare nemmeno una sterlina di extra. Fino ad ora infatti, esisteva la possibilità di usufruire del premium service ma soltanto dopo aver pagato 1.920 sterline.

Lo stesso piano pilota è già operativo in India con notevole successo ed entro il 2014 potranno avervi accesso una novantina di Paesi tra cui la Cina. Inevitabile la domanda dei giornalisti sull'esistenza di una lista dei cento favoriti di questo Club esclusivo, che per ora rimane senza risposta. Non trapela, al momento, nessun nome.

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