M5S, un dipendente accusa: "Licenziato per le critiche"

L'avvocato Massimiliano Cardullo, preso dal M5S come responsabile delle commissioni Finanze e Politiche della comunità europea, licenziato per aver criticato i grillini

I deputati del Movimento 5 Stelle alla Camera
I deputati del Movimento 5 Stelle alla Camera

Prima è stato assunto in base al curriculum, ma non gli è stato mai formalizzato il rapporto di lavoro con un contratto regolare. Quindi è stato accusato di essere un massone colluso con la mafia. Infine, è stato licenziato per aver espresso su Facebook aperte critiche al Movimento 5 Stelle. È la parabola di Massimiliano Cardullo, un avvocato che già lavorava per il gruppo di Fli nella passata legislatura e che adesso ha deciso di denunciare i Cinque Stelle in una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini e ai questori di Montecitorio. "È un professionista a partita Iva di cui il gruppo si è avvalso per una settimana e che abbiamo regolarmente pagato", ha replicato la capogruppo grillina Roberta Lombardi.

"Sento il dovere di scrivere questa lettera - si legge nella missiva - soprattutto quando, da chi si erge oggi a moralizzatore e si riempie la bocca di parole come 'meritocrazia', 'trasparenza', 'onesta'", provengono comportamenti che non possono essere accettati, ma denunciati pubblicamente". Lo scorso 27 marzo Cardullo avrebbe sostenuto un colloquio al gruppo del movimento a Montecitorio. Colloquio a cui avrebbero partecipato il capo dell’Ufficio legislativo del M5S Emanuele Montini e i deputati pentastellati Emanuele Cozzolino, Filippo Gallinella e Arianna Spessotto. Nella lettera Cardullo ha spiegato che il colloquio è consistito "nell’esame del mio curriculum vitae, una discussione sulle mie precedenti esperienze lavorative ed un test scritto in tema di diritto parlamentare". L’esito positivo gli sarebbe stato comunicato il pomeriggio dello stesso giorno. Così, sin dal giorno dopo, avrebbe iniziato a lavorare presso il Gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle come responsabile delle commissioni Finanze e Politiche della comunità europea. "Ovviamente - ha continuato - mi è stata assegnata una postazione, è stato registrato un pc a mio nome e sono stato presentato agli onorevoli deputati che sarebbero stati assegnati alle Commissioni di mia competenza".

Da quel momento, seppur senza nessun contratto, Cardullo avrebbe iniziato a lavorare per i grillini. "Alcuni giorni - ha raccontato - lavoravo dalle 9 alle 20 come si può facilmente accertare dalla verifica all’ingresso di via Uffici del Vicario 21". Periodo in cui l'avvocato avrebbe addirittura ricevuto anche attestati di stima che conserva tuttora tra le sue mail. Lo scorso 8 aprile gli sarebbe stato comunicato, senza alcun preavviso, che la sua posizione lavorativa sarebbe stata al vaglio di un’assemblea dei deputati. "Ero accusato di essere massone, avvocato colluso con mafiosi e di essere stato candidato in precedenza in una lista civica - ha continuato Cardullo - si tratta di accuse che rifiuto con sdegno e mi riservo di valutare l’intrapresa di azioni legali a tutela della mia onorabilità, che non consento a nessuno mettere in discussione". Lo stesso giorno i deputati Manlio Di Stefano e Filippo Gallinella gli avrebbero, quindi, comunicato l’interruzione del rapporto di lavoro con il gruppo. La motivazione? In passato avrebbe pubblicato sul suo profilo Facebook critiche al M5S.

"Certamente per chi fa della trasparenza e del merito una propria bandiera - ha concludo - allontanare un lavoratore con motivazioni assolutamente generiche sulle sue opinioni personali è quantomeno contraddittorio".

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