A fine anno il parco delle automobili circolanti in Italia diminuirà, perché le auto nuove immatricolate saranno meno di quelle inviate alla rottamazione oppure radiate. Non era mai successo dagli Anni '60 e il fenomeno ha già un nome: demotorizzazione. Un regresso che non aiuta di certo a ringiovanire un parco circolante fra i più vecchi al mondo: quasi 37 milioni di vetture (con un'età media di 10,5 anni) delle quali 2,2 milioni sono Euro 1 e 4,6 milioni addirittura Euro 0.
I numeri, da soli, fanno capire che non parliamo di vetture storiche, nobili fuori serie ed esemplari unici che sfilano in elitarie passerelle ai concorsi di eleganza o che partecipano ogni anno alla rievocazione storica delle Mille Miglia, ma di veterane in servizio attivo, usate quotidianamente, a volte per legami particolari fra la macchina e il suo proprietario, ma più spesso perché, in tempi di crisi lunghe come quella che stiamo attraversando, risolvono i problemi di mobilità di chi non riesce ad avvicinarsi a un'auto nuova e nemmeno a un usato un po' più giovane dell'auto che guidano. Anche se in molti casi circolano lontano dalle grandi città o non ci accorgiamo di loro perché la nostra attenzione è assorbita dai modelli appena usciti, nella nostra Penisola circolano ancora decine di migliaia di Fiat 127 e di Fiat Ritmo, di Alfasud e Autobianchi A112, di Citroën Dyane e «due cavalli», di Fiat Regata e di Renault 5, automobili che quando erano giovani sono stati degli autentici fenomeni di mercato e spesso anche di tendenza. Sparse in tutto il Paese, anche se con una certa prevalenza al Centro e al Sud, sono per la maggior parte alimentate a benzina (a fine Anni'80 o nei primi Anni '90, quando venivano costruite la dieselmania non aveva ancora raggiunto il suo apice) e per poter circolare anche nei giorni di blocco del traffico, o su strade dove se non sei almeno Euro 4 non ti fanno neanche avvicinare, sono state trasformante a doppia alimentazione benzina/gpl.
I milioni di proprietari di queste auto non ci stanno, quindi, a essere additati come inquinatori visto che per quanto riguarda le auto nuove, le immatricolazioni di bifuel a gpl, per esempio, sono cresciute quest'anno del 136,4%. Insomma, chi possiede una veterana in attività se la tiene stretta: impossibile trovarne nei parchi usato delle concessionarie, più facile incontrarne navigando in rete dove sono attivi anche i tanti club di proprietari o di semplici fan di tutti i modelli, gente orgogliosa di farne parte alla pari di chi è socio di esclusivi circoli Ferrari o Porsche.
Ma quanto può costare una veterana? Difficile dirlo perché sono da tempo fuori dai listini dell'usato, ma una cosa è certa, per chi le possiede valgono moltissimo.
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