Anziani, donne e bambini. Cinquecentosessanta. Centosedici i ragazzi e i bambini, il più piccolo aveva solo 20 giorni. Trucidati nel modo più bieco e barbaro dalle Ss, il mattino del 12 agosto 1944, a Sant'Anna di Stazzema. Una decina di ergastoli mai scontati e da ieri, grazie alla sconcertante magnanimità della Procura di Stoccarda, la certezza che i responsabili di quell'eccidio non pagheranno mai. Perché l'inchiesta è stata archiviata, si legge nella motivazione «dato che non è più possibile stabilire il numero esatto delle vittime considerato che nella regione si trovavano anche numerosi rifugiati di guerra provenienti da altre zone e per l'assenza di prove documentali comprovanti la responsabilità individuale dei 17 accusati ancora in vita».
Un modo decisamente sbrigativo per cancellare un eccidio dalla violenza inaudita, compiuto, stando agli stessi atti giudiziari con cui la vicenda archiviata, «nell'ambito di un'ampia operazione di rastrellamento e annientamento pianificata e condotta contro i partigiani e la popolazione civile, sterminata senza necessità e senza giustificato motivo, con crudeltà e premeditazione, pur non avendo preso parte a nessuna operazione militare». Tra gli episodi più cruenti quello della «Vaccareccia», una località dove cento persone vennero riunite in tre stalle e in un cortile e uccise con bombe a mano, mitragliatrici e fucili, e quello davanti alla chiesa di Sant'Anna di Stazzema, dove più di cento persone che erano state prelevate dalle case circostanti vennero riunite e ammazzate a colpi di mitra. I corpi, poi, furono bruciati. Un numero imprecisato di civili venne poi trucidato in altre località della zona: alcuni dopo essere stati riuniti in una stanza, altri dopo essere stati condotti in un fosso, altri ancora dopo essere stati allineati contro il muro di una casa oppure per strada.
Tra i responsabili il novantunenne Gerhard Sommer, condannato nel 2005 all'ergastolo insieme ad altri 8 imputati dal tribunale di La Spezia e per il quale la
Germania aveva subito rifiutato l'estradizione. Duro il sindaco di Stazzema, Michele Silicati: «Si disconosce anche il lavoro di un tribunale militare italiano che nel corso degli anni ha svolto un lavoro importante su quanto accaduto; quello che mi lascia interdetto è che tra i gerarchi delle ex Ss tedesche c'è anche un reo confesso che ha dichiarato di aver considerato donne e bambini, alla pari degli adulti e si è reso responsabile di questo crimine di guerra. È una notizia che ci ha profondamente offesi e addolorati». È indignata come lo sono tutti a Stazzema, Cesira Pardini. Ai tempi della strage aveva 18 anni ed è stata premiata con la medaglia d'oro per avere salvato due sorelle e un bambino di un anno. In quella tragedia ha perso sua mamma e due sorelle. «Non è giusto tutto questo è una decisione che non ha nessuna logica». Ed Enrico Pieri, uno dei superstiti della strage: «Non ci credo che abbiano deciso una cosa del genere, non è possibile, è una offesa per tutte le 560 vittime. Non si può accettare un verdetto del genere».
E se Emanuele Fiano, deputato del Pd, ha deciso di scrivere una lettera al premier («Chiederò a Monti di verificare con la sua collega Merkel gli estremi per una riapertura dell'inchiesta»), la procuratrice capo di Stoccarda Claudia Krauth, che ha coordinato le indagini si è premurata di far giungere all'Ansa la seguente dichiarazione: «Mi sento di assicurare ai sopravvissuti e ai parenti delle vittime che la Procura di Stoccarda ha fatto tutto il possibile per chiarire le responsabilità dei militari della Reichsfuehrer Ss nel massacro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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