RomaAncora una volta delle tasse entrano al consiglio dei ministri per poi essere cancellate, dopo le resistenze del centrodestra. Il premier ha convocato il governo ieri sera a Palazzo Chigi per approvare la cosiddetta manovrina, quella che serve a riportare il deficit dal 3,1% del Pil al 3%. Tra le coperture che il ministero dell'Economia aveva proposto per reperire i circa 1,6 miliardi di euro, nella prima bozza c'era anche l'aumento delle accise sui carburanti. Una copertura che faceva parte del decreto Iva e che Fabrizio Saccomanni avrebbe voluto trasferire - con il suo carico di aumenti da 6,5 centesimi per ogni litro di benzina - nella manovra che precede la legge di stabilità. Il rincaro dei carburanti è stato subito bocciato dal centrodestra, così come il ventilato e poi cancellato aumento degli acconti Ires e Irap. A smentire le indiscrezioni è stato il ministro ai Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini prima del consiglio dei ministri. Poi lo stesso Saccomanni: «Informazioni non corrette - ha assicurato - ridurremo spese e tasse».
Tra le coperture è confermato il taglio lineare della spesa dei ministeri. Ma in una versione più forte rispetto alle anticipazioni. «Le disponibilità di competenza e di cassa relative alle spese rimodulabili del bilancio dello Stato - si legge nella bozza - sono accantonate e rese indisponibili per ciascun ministero». Sembrerebbe una sorta di shutdown sul modello Usa, cioè il blocco delle spese di tutti gli enti pubblici, con alcune eccezioni: le spese del ministero dell'Istruzione, i cofinanziamenti dei programmi europei e quelle dell'Expo 2015. Una formula che ha creato problemi durante il consiglio dei ministri. Tanto che nei prossimi giorni (il testo ieri non era ancora pronto) potrebbe essere modificato.
Tra le coperture anche un taglio ai trasferimenti ai comuni. Entrambe le voci valgono 1,1 miliardi. Confermata la vendita degli immobili alla Cassa depositi e prestiti per 500 milioni. Oltre alla correzione dei conti, indispensabile al dicastero dell'Economia per presentarsi con le carte in regola lunedì e martedì all'Ecofin del Lussemburgo, nella manovra tra le altre cose ci sono fondi per l'immigrazione, saltato il rifinanziamento da 330 milioni di euro per la Cassa integrazione in deroga per il 2013, i 120 milioni per compensare i Comuni del mancato gettito Imu. Confermato l'indennizzo per le imprese danneggiate dai No Tav.
Il prossimo appuntamento è martedì con la legge di Stabilità. Fino a ieri sera non c'era nemmeno una bozza del provvedimento che ha preso il posto della finanziaria e che nelle intenzioni del governo si dovrà occupare di questioni importanti, come il taglio del cuneo fiscale. Anche in questo caso tutto fa pensare a un lavoro last minute. Anche perché il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni in questi giorni si dovrà dividere tra appuntamenti internazionali oggi a Washington al Fondo monetario internazionale, lunedì e martedì all'Ecofin. Intanto prosegue l'iter della conversione del decreto Imu. Dopo il ritiro dell'emendamento Pd che voleva fare pagare l'Imu ai proprietari di immobili con rendita superiore ai 750 euro, anche Scelta Civica ha fatto lo stesso con la sua proposta di modifica che andava nella stessa direzione. Il centrosinistra ha spostato la sua battaglia sulla seconda rata, ma il centrodestra non ha intenzione di mollare. «Reintroduzioni, in forme varie, dell'Imu sulla prima casa, avrebbero infatti determinato un danno certo per un numero elevato di cittadini: e un'altra botta al ceto medio non sarebbe stata in alcun modo accettabile», ha spiegato il presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone. «Adesso - ha aggiunto - occorre vigilare affinché sia confermata anche l'abolizione della seconda rata Imu 2013, come da impegni politici pubblicamente e solennemente assunti da governo e maggioranza.
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