"Ti verremo a prendere a casa". È solo una delle minacce rivolte da presunti militanti del Movimento 5 Stelle a Mara Carfagna, portavoce dei deputati del Pdl. Insulti, attacchi e avvertimenti sono apparsi sul suo profilo Facebook. Giudicandole "preoccupanti", l’ex ministro per le Pari opportunità ha deciso di rivolgersi alla magistratura. "La rete è un luogo di libertà e non deve diventare un luogo di violenza - ha commentato il ministro dell'Interno Angelino Alfano - fatti del genere non devono essere sottovalutati". Ma Beppe Grillo, anziché prendere le distanze dai suoi militanti, tace e rivolge i propri attacchi verso altri esponenti politici.
La Carfagna ha fatto sapere di aver dato mandato ai suoi legali di procedere per diffamazione e minacce nei confronti degli utenti di Facebook e Twitter che hanno utilizzato nei suoi confronti affermazioni lesive e gravemente offensive. "Molti dei commenti sono stati espressi da presunti militanti del Movimento 5 Stelle", ha fatto sapere la portavoce dei deputati del Pdl. Gli attacchi si, infatti, riferiscono alla presa di posizione dell'ex ministro contro l'ipotesi di oscurare Mediaset avanzata nei giorni scorsi dal senatore pentastellato Mario Giarrusso. A dare il via ai pesanti attacchi alla Carfagna è stato proprio Grillo col post Il sonno della politica genera la Carfagna, pubblicato ieri sul suo blog. Il contributo è stato firmato dal comico con il distico "Mara Carfagna, ex valletta, ex ministro e parlamentare pdl". È stato proprio questo post a dare il via agli attacchi e alle minacce? Difficile dirlo. Tuttavia, come ha spiegato Fabrizio Cicchitto, il guru pentastellato non capisce o finge di non capire che talvolta "la volgarità è peggio dell’estremismo". Basta leggere i commenti sia sul blog sia sul pagina Facebook per toccare con mano tutto l'odio dei militanti grillini. "Grillo fa una replica che più che una presa di distanza sembra essere una conferma - ha commentato Daniela Santanchè - c’è da supporre che i presunti militanti del M5S siano tali...".
Oggi pomeriggio la presidente della Camera Laura Boldrini ha telefonato alla Carfagna per esprimerle la propria solidarietà: "Chi usa il web per minacciare snatura la Rete e la sua libertà". Se sono diversi gli esponenti del Pdl a esprimere sostegno, anche nel Pd si leva la voce dei parlamentari che insorgono contro l’uso distorto della rete. "Forte vicinanza" alla parlamentare pdl è arrivata dalla collega Mariastella Gelmini che parlato di "gravi e ingiustificabili minacce sui social network. Purtroppo dobbiamo ammettere che la facilità con cui la rete permette di entrare in contatto con i personaggi pubblici può far commettere con leggerezza atti di violenza inqualificabili. Quest’episodio ci richiama al dovere di regolamentare in modo efficace il comportamento da tenere in rete". Il web, ha sottolineato Fabrizio Cicchitto, "proprio perché può essere utilizzato ormai quasi gratuitamente da tutti, è il mezzo più idoneo per unire, per mettere in rete, per comunicare, non nasce certo per minacciare o insultare. È un modo di socialità, non può trasformarsi in strumento per fomentare paura". Il democratico Ernesto Carbone, da parte sua, ha spiegato che "mandare insulti, minacce, avvertimenti via web è il modo migliore per dare il la a coloro che vorrebbero censurare l’informazione anzichè favorirla. Che queste minacce e insulti vengano da alcuni presunti militanti del Movimento 5 Stelle rappresenta o un ossimoro in sé oppure è la conferma che troppi prendicano bene e razzolano male. Se cosi fosse, mi auguro venga netta e decisa una presa di distanza del M5S da questi untori del web. All’ex ministro Carfagna va la mia solidarietà, ai vili, arroganti e sconsiderati che mandano minacce su facebook una lezione di stile: in democrazia si fa la guerra alle idee e non alle persone". "Profonda solidarietà" è arrivata anche da Barbara Saltamartini del Pdl. "Essere minacciata di atti lesivi della propria incolumità è una violenza inaccettabile, dentro e fuori dalla rete. Mi auguro che l’azione legale appena intrapresa possa far cessare al più presto le minacce all’ex ministro ed essere anche da stimolo per procedere rapidamente sulla regolamentazione del comportamento in rete, non più rimandabile".
"Qual è la colpa di Mara Paga l’appartenenza al Pdl o l’essere dalla parte di Berlusconi e il difenderlo dagli attacchi scomposti e sguaiati di cui il nostro leader è sempre più spesso bersaglio? Oppure non le si perdona il fatto di essere una donna impegnata in politica, capace di ragionare con la propria testa?", si è chiesta la pdl Elena Centemero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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