RomaIl nodo, nel ddl anticorruzione, è quello della prescrizione. Se con il nuovo reato di concussione per «induzione» (distinto da quello per «costrizione») si alleggeriscono le pene, il termine ordinario scende da 12 a 8 anni e quello massimo da 15 a 10. E possono finire al macero molti processi, a cominciare da 17 sui 36 arrivati in Cassazione. L'attenzione finisce, come al solito, su quelli eccellenti, come quello Ruby contro Silvio Berlusconi e quello per il cosiddetto «sistema Sesto» contro Filippo Penati, mentre viene anticipato un parere-fantasma del Csm (la Guardasigilli non l'ha chiesto, la Commissione non l'ha neppure discusso, né tantomeno l'ha votato il plenum), critico soprattutto sul punto della prescrizione.
In realtà, sembra che il ddl approvato dal Senato e passato alla Camera, semmai possa influire più sui guai giudiziari dell'ex dirigente Pd, che si ritroverebbe con diverse accuse contestategli dai pm di Monza già prescritte nel 2010 e 2011 o vicine alla scadenza del 2013, che sul dibattimento milanese del Cavaliere, destinato ad una fine comunque lontana nel tempo.
Lo ha spiegato la stessa Paola Severino. «Il processo Berlusconi-Ruby - ha detto il ministro della Giustizia - andrà in prescrizione nel 2019 (altri dicono nel 2020, ndr): ci sarà dunque tempo per concluderlo. Mentre il caso Penati, iniziato 6 anni fa, andrà in prescrizione fra 1 anno e dobbiamo verificare se il procedimento della prescrizione permetterà di arrivare ad una sentenza».
Tutte le riforme, ricorda la Severino, hanno ricadute sui processi in corso. Il governo difende il provvedimento, ma nel Palazzo è dura a placarsi la ridda di reciproche accuse tra le forze politiche di aver fatto resistenze al ddl o di averlo confezionato secondo interessi di parte (leggi Berlusconi da una parte, Penati dall'altra).
Fornisce nuova materia di scontro appunto l'anticipazione di un presunto parere del Csm, che stroncherebbe la legge, parlando di «passo indietro» e di rischio di «far lavorare a vuoto il sistema» per i nuovi tempi di prescrizione. Il vicepresidente di Palazzo de' Marescialli, Michele Vietti, sorprendentemente più che precisare che quella che circola può essere solo una bozza tutta da discutere e votare (lunedì in Commissione, mercoledì in plenum), anticipa senza tanti complimenti come finirà: «La valutazione che il Consiglio darà sarà sostanzialmente positiva, pur in presenza di alcuni rilievi critici».
Il segretario Pdl, Angelino Alfano, accusa l'organo di autogoverno di «collocarsi sempre come terza Camera». Ma al Csm i consiglieri interessati spiegano che c'è solo una bozza dell'Ufficio studi, completata dalla proposta di uno dei membri della Commissione, che è stata passata ad un quotidiano prima di essere esaminata, approvata e trasmessa all'assemblea.
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