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RomaPagelle cartacee abolite, sanzioni alle pubbliche amministrazioni quando «molestano» i cittadini con richieste ridondanti e poi una sforbiciata alla burocrazia che pesa sulle aziende. È un altro tassello della riforma della pubblica amministrazione tipicamente brunettiano, cioè tutto puntato sui «clienti» della amministrazione pubblica: aziende e famiglie. «Cose banali, ma che nel nostro sistema barocco sono di grande utilità», ha spiegato il ministro presentando i due provvedimenti approvati ieri dal consiglio dei ministri. C’è un collegato alla finanziaria e poi una delega al governo e saranno entrambi sottoposti alla conferenza unificata e poi al Parlamento per il parere prima dell’approvazione definitiva. Un provvedimento è puntato sulle aziende mentre l’altro è una carta dei doveri delle pubbliche amministrazioni. E quindi dei diritti del cittadino.
Per quanto riguarda le aziende il collegato alla finanziaria sfoltisce molti adempimenti. Prevede semplificazione della tenuta dei libri sociali, l’informatizzazione del registro delle imprese artigiane, meno oneri per il mondo dello spettacolo, meno adempimenti a carico degli alberghi, lo sportello unico per l’edilizia. «Acqua fresca», osserva il ministro Renato Brunetta che però stima il beneficio per le imprese. L’insieme delle misure approvate dovrebbe tradursi, entro il 2012, in risparmi derivanti dalla riduzione degli oneri amministrativi gravanti sulle aziende pari a circa 5 miliardi di euro.
Una cifra enorme, quasi una legge finanziaria, ma che non stupisce molto se si considera che Unioncamere ha stimato che nel 2008 le aziende hanno speso per gli oneri amministrativi ben 16,6 miliardi di euro all’anno.
Risultato che il ministro ottiene anche costringendo gli uffici pubblici a farsi carico di compiti che prima ricadevano sul cittadino. Le istanze, le dichiarazioni e la relativa documentazione per l’edilizia, ad esempio, andranno allo sportello unico per via telematica e poi saranno inoltrate alle altre amministrazioni coinvolte. La cessione di fabbricato si potrà fare per via telematica, così come il cambio di residenza. Sarà più facile accedere ai fondi per l’imprenditorialità giovanile. Anche Regioni ed Enti locali dovranno ridurre gli oneri: tempo massimo fine 2012.
Novità anche per sanità e istruzione. Le cartelle cliniche saranno solo elettroniche, così come le ricette. Questo permetterà anche di monitorare la spesa farmaceutica e tenerla sotto controllo. Poi si accelera il «processo telematico» in modo da rendere la giustizia civile più veloce. E viene introdotta la carta di identità anche per i bambini di 10 anni.
Tra gli argomenti più popolari, c’è quello della pagella elettronica. I voti del semestre o di fine anno non saranno più scritti su carta, così come i certificati delle università. Con un risparmio per il sistema dell’istruzione di circa 30 milioni all’anno.
Fa capolino anche una proposta che era stata avanzata dal presidente della Camera Gianfranco Fini: la reintroduzione del «giuramento di fedeltà alla Repubblica e di leale osservanza della Costituzione e delle leggi» per i nuovi assunti nella pubblica amministrazione. Se non lo faranno rischiano il licenziamento. E non si tratta solo di simboli. Il giuramento era stato abolito quando la regolazione del lavoro pubblico era stato affidata alla contrattazione. Brunetta, è noto, preferisce la legge.
Poi c’è la carta dei doveri della pubblica amministrazione ed è un po’ l’essenza della riforma Brunetta: raccoglierà in un unico provvedimento i diritti dei cittadini e i doveri delle pubbliche amministrazioni nei loro confronti. E se i doveri verranno disattesi scatteranno le sanzioni.
In parte vengono rafforzati strumenti che Brunetta aveva già introdotto. La comunicazione degli assenti diventa obbligatoria. Poi si rafforzano provvedimenti che erano già stati varati dal ministro Franco Bassanini.

Ce n’è uno che vieta alle pubbliche amministrazioni di chiedere ai cittadini documenti che gli uffici hanno già. «Solo che prima non c’erano sanzioni, adesso sì». L’importante, per Brunetta è «evitare molestie ai cittadini».

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