Politica

Non volevo offendere nessuno Mi sono spiegato male

Vittima della propria superficialità, del taglia e cuci su YouTube e del mieloso politicamente corretto che vorrebbe gli stadi collegi per educande, il giornalista Rai Gian Piero Amandola è stato sospeso dall'azienda. Sabato scorso, in occasione di Juve-Napoli, realizzando per il Tgr Piemonte un servizio tra i tifosi fuori dallo stadio, Amandola era scivolato (eccome) su quella che probabilmente voleva essere una critica nei confronti dei più triti luoghi comuni antinapoletani ma è invece risultata una battuta di cattivo gusto che ha sollevato lo sdegno dei tifosi azzurri e di tutte le anime belle pronte all'indignazione a comando.
Indignazione alle stelle come non si vedeva da tempo, neanche per i cori contro Pier Mario Morosini allo stadio di Livorno, per i sincopati «chi non salta terrone è» sempre della pregiata tifoseria veronese (ramo Hellas), l'immancabile «10, 100, 1000 Superga» rivolto ai supporter del Torino, gli sberleffi offensivi - di segno opposto - a Scirea e a Pessotto. O tutto lo stucchevole repertorio di insulti del nostro calcio da stadio.
Ultima causa scatenante gli alti lai e il digrignar di denti, uno di quei servizi inutili che vengono ammanniti da tutte le emittenti a ogni santa vigilia di supersfida: «Chi vincerà? Per chi tifa? Come finisce?...». Una sequela di ovvietà proposte alla «gggente» tanto amata dalle telecamere, andando a cercare i prototipi più scontati: il bimbo che canta l'inno della Juve, gli imbecilli che intonano il coro «Vesuvio lavali tu», il tifoso partenopeo che come massimo concetto esprime «juventini vergogna d'Italia». Finché arriva il pezzo forte: maglia bianconera, felpa sulle spalle, accento meridionale, il tifoso si avvicina al microfono e dispensa la propria convinzione: «I napoletani sono ovunque, non si può distinguere tra Sud, Centro e Nord. Sono ovunque, un po' come i cinesi». Indeciso se essere più irritato o compiaciuto da questa rivelazione, il giornalista Amandola cerca la battuta a effetto. Gli esce un malcapitato: «Che voi distinguete dalla puzza, con molta signorilità». Un'idiozia.
Due minuti e 41 secondi di un ben concentrato mix tra stupidità e vaniloquio trasmesso nell'edizione serale del Tgr regionale. Apriti cielo. Un sapiente taglia e cuci e il video finisce nella Rete: si vedono solo il coro dei cretini e la frase sui napoletancinesi con la genialata di risposta. Un po' un'imboscata da web ma Amandola finisce nel frullatore al grido di «razzista».
«La Rai, nello scusarsi profondamente con tutti i cittadini di Napoli e con tutti gli italiani», definisce «inqualificabile e vergognoso» il servizio e comunica, in una nota, che il giornalista viene sospeso dal servizio e che nei suoi confronti l'azienda ha aperto un procedimento disciplinare. Lui cerca di difendersi con un increscioso «non volevo offendere nessuno, andavo di fretta». Il presidente Anna Maria Tarantola e il dg Luigi Gubitosi sono furiosi: esprimono il proprio sdegno per l'increscioso episodio «e si augurano che gli uffici competenti applichino la massima celerità e severità nel giudicare l'accaduto». Gubitosi fa anche sapere di essersi scusato «personalmente e a nome dell'intera azienda con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris». Sembra un po' eccessivo, ma evidentemente la rabbia dei napoletani mette in apprensione i vertici di viale Mazzini.
Sul web monta la protesta dei tifosi napoletani, non solo contro la tv di Stato: alcune testimonianze sostengono che le foto dei bagni danneggiati allo Juventus Stadium non ritrarrebbero quelli del settore ospiti. Immancabile arriva il tweet dello scrittore Roberto Saviano: «Quando i piemontesi videro il bidet nella Reggia di Caserta lo definirono “oggetto sconosciuto a forma di chitarra”».

Appunto, tutta una vicenda da buttare nel cesso.

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