La nostra libertà di stampa "è socialmente pericolosa"

Il giudice non ha concesso la condizionale al direttore del "Giornale". Il motivo? Potrebbe reiterare il reato facendo il suo mestiere. Solidarietà bipartisan

Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti
Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti

Ferruccio de Bortoli, il direttore del Corriere della Sera , è stato condannato civilmente per diffamazione nei confronti di Ricucci, il furbetto del quartierino. Per un articolo che non aveva scritto, ma di cui comunque è stato conside­rato oggettivamente responsabile. Gian Antonio Stel­la si è beccato una condanna civile, sempre con FdB, per un pezzo che riguardava un magistrato. Due pm na­poletani hanno avuto giustizia civile nei confronti di Vespa che si era limitato a riportare in un suo libro il passo di un’intervista a Vito Gamberale, che le due to­ghe hanno ritenuto, con successo, diffamatorio. Ezio Mauro, direttore di Repubblica , si è beccato una con­danna penale, tramutata in una pena pecuniaria da 2.800 euro, per aver diffamato il senatore Bubbico. E persino Travaglio ha perso una causa civile con Previti. Insomma, pensatela come vi pare, ma non c’è gior­nalista sulla faccia della penisola che non abbia avuto una condanna, un procedimento aperto o quanto me­no una minaccia di querela per diffamazione. Fa parte del mestiere. Talvolta facciamo delle baggianate incre­dibili ed è giusto pagarle. I direttori per di più sono re­sponsabili anche per quelle commesse dai propri re­dattori: sette giorni su sette, vacanze, malattie e fidan­zate comprese, devono sempre essere lì a vigilare sulle possibili minchiate di terzi, di cui sono, per legge, og­gettivamente responsabili. Una follia.
Ma c’è un solo caso per il quale un direttorerischia di finire in galera. E riguarda il direttore del
Giornale . In primo grado la vicenda era finita come finisce per tutti: condanna con multa di 5mila euro. Un po’ piùdi Mau­ro, ma ci accontentiamo. In appello la multa diventa 14 mesi di reclusione. E se la Cassazione non dovesse tro­vare qualche vizio di forma, da giovedì mattina Sallusti sarà a San Vittore. Sì, avete capito bene: in cella. Oltre alla pena spropositata (speriamo di non venir querela­ti, ma trattasi di opinione che ci auguriamo sia ancora concessa), nella sentenza è stato deciso che il direttore del Giornale è un criminale pericoloso, che può reitera­re il reato, cioè esprimere nuove opinioni, e dunque non può godere della condizionale. Che gli abbuone­rebbe i primi 24 mesi di condanna.
Tutto ciò per Sallusti non vale. Qualche cretino brin­da al nemico in galera. Molti (giornalisti e non, sinistra e destra) si dicono preoccupati. In cella giovedì non fi­nisce solo il direttore del
Giornale .

In cella finisce una libertà sacra in una democrazia occidentale.
È facile difendere un’opinione quando è simile alla nostra. Dovrebbe essere vietato metterla in galera quando non lo è.

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