Le nozze di Nichi fanno divorziare Pd e Udc

Le nozze di Nichi fanno divorziare Pd e Udc

RomaNichi Vendola prepara le nozze ma non manderà le partecipazioni ai suoi possibili alleati Rosy Bindi (Pd) e Pier Ferdinando Casini (Udc), che sul tema del matrimonio tra gay hanno posizioni molto diverse dalle sue. Un tema trito e ritrito, questo, che non manca di spaccare quella cosa strana (altro che Cosa bianca) chiamata centrosinistra e diventa la cartina di tornasole di tutte le contraddizioni della alleanza chilometrica che potrebbe legare alle prossime elezioni una fetta di politica italiana che va dagli ex democristiani ai veterocomunisti.
A rilanciare la hit è stato Vendola l'altra sera alla festa dell'Unità a Reggio Emilia, nel corso di un dibattito moderato dal direttore del Tg3 Bianca Berlinguer. Il governatore della Puglia con il tempismo da attore consumato ha fatto una specie di carrambata: «Ho 54 anni e voglio sposarmi con il mio compagno». Un annuncio? Prepariamo riso e fazzoletti? Quasi. Una specie di rivendicazione nei confronti di Rosy Bindi, che poco prima sullo stesso palco si era espressa così: «Noi regoleremo le unioni civili, anche quelle omosessuali. Credo che dobbiamo fare insieme su questa scia un grande sforzo italiano per dare finalmente non mezzi diritti, ma diritti. E ritengo debba essere un impegno. Il Pd lo ha già assunto e lo porterà avanti nella prossima legislatura».
Un'apertura non sufficiente per Vendola, che per épater les bourgeois fa le pubblicazioni e quindi spiega: «I Dico? Io non voglio stare in un acronimo. Ho 54 anni e voglio sposarmi con il mio compagno, rivendico questo. Come persona e come cristiano voglio poter vivere una discussione vera e chiedere al mio Stato e alla mia Chiesa per quale motivo progetti d'amore non possono essere liberati da un tappo di Medioevo che tante volte ha ferito la nostra vita. Prendiamo quello che è possibile, si dice. È con questa logica che abbiamo uno standard di diritti civili da repubblica islamica, perché abbiamo rinunciato a una battaglia di principio. Se lo dice Barack Obama, se lo dice Cameron, consentite a me di dire matrimonio gay, diritti interi e non dimezzati». Ma Bindi non si smuove: «La Costituzione italiana ci dice con chiarezza che mentre è possibile riconoscere i diritti delle coppie omosessuali non è pensabile l'istituto del matrimonio, come stabilito anche da una recente sentenza della Corte costituzionale», ricorda il presidente del Pd. E Vendola propone: «Possiamo togliere dalla Costituzione il pareggio di bilancio e metterci il pareggio dei diritti...».
Una disfida dialettica. Vendola sa bene che il suo parco-gioielli continuerà a includere molti orecchini ma nessuna fede. Ma continua a porre con ostinazione il tema non solo per convinzione ma anche per segnare con chiarezza la distanza del suo elettorato dalle frange più moderate del Pd e dai centristi. Il governatore della Puglia ricorda bene che a luglio Pier Ferdinando Casini definì quella del matrimonio tra persone dello stesso sesso «un'idea incivile», di più «una violenza della natura e sulla natura»; e la possibilità per coppie gay di fare adozioni «un'idea della società che abbrutisce, che non progredisce ma regredisce perché vuol dire che è più forte il desiderio di maternità che quello della tutela del bambino, e noi siamo dalla parte del bambino».

Casini allora fu bollato anche dal Pd come «estremista ultraconservatore», ma in fondo è chiaro che sul tema dei diritti civili nella grande alleanza che pretenderebbe di guidare l'Italia del dopo-Monti nessuno è d'accordo con nessuno. Questo matrimonio elettorale non s'ha da fare.

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