Roma - Dunque, sale Prodi rilanciato dal guru grillino Casaleggio, scende la Finocchiaro impallinata da Renzi, resiste Amato con il suo profilo multilaterale, buono in caso di accordo, ancora lontano però, Pd-Pdl. E occhio a D'Alema. Quanto a un Giorgio II, tutti i presidenti hanno sperato nel bis, ma nessuno ci è mai riuscito. Napolitano si chiama fuori e sostiene che un secondo mandato, «sarebbe ridicolo». Però, in caso di blocco, hai visto mai.
Questo è il toto-Quirinale, aggiornato di ora in ora. Altri due giorni di contatti, polemiche e manovre, altre due notti di lunghi coltelli, poi giovedì dalle dieci del mattino si fa sul serio. Deputati e senatori, insieme ai rappresentanti delle Regioni, riuniti in seduta comune a Montecitorio, dovranno scegliere il dodicesimo capo dello Stato dell'Italia repubblicana. Franchi tiratori, intese segrete, conversioni dell'ultimo momento. Come in un conclave, i papi annunciati in genere restano cardinali: la sorpresa non è una possibilità, spesso è la regola.
E quindi la domanda è: chi salirà sul colle più alto di Roma, 61 metri sul livello del mare? Chi occuperà le duemila stanze che hanno ospitato trenta pontefici, quattro re, undici presidenti della Repubblica e qualche proconsole di Napoleone? La parola è ai 1.007 grandi elettori: 630 deputati, 319 senatori e 58 delegati regionali. Per i primi tre scrutini servono 672 voti, pari ai due terzi dell'assemblea: viste le forze in campo e la loro frammentazione, la fumata sarà bianca solo in caso di un'intesa globale che comprende pure il governo. Dal quarto spoglio in poi, cioè da sabato, basta la maggioranza semplice, 504.
Sulla carta la coalizione di centrosinistra, che dispone di 491 grandi elettori, già alla quarta votazione potrebbe insieme ai grillini forzare la mano e spedire Romano Prodi al Quirinale. Questo schema, sempre che riesca, oltre segnalare una frattura, prevede un paio di probabili conseguenze. La prima, forse, un incarico a Bersani. La seconda, elezioni anticipate nel prossimo autunno.
Ma è davvero presto per azzardare pronostici. Quel colle ventilato, dove nell'ottavo secolo avanti Cristo si riunivano i seguaci del dio Quirinus, quell'altura dove i papi, per andare d'estate a prendere il fresco, fecero costruire un palazzo sul modello del santuario di Serapide ad Alessandria d'Egitto, ha sempre attratto, illuso e poi tradito, Da Carlo Sforza ai cavalli di razza Dc Forlani, Andreotti, Moro, Merzagora, Fanfani, quanti caduti eccellenti.
Spesso, infatti, hanno prevalso gli outsider, le seconde linee, i leader in parabola discendente. Da Cossiga a Gronchi, da Pertini a Scalfaro, anche se poi lo scettro è stato per loro un gerovital politico.
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