RomaLe primarie del centrosinistra? Le ha vinte Mario Monti. Che nel giorno in cui il popolo progressista si mette in fila davanti a sezioni di partito e gazebo e scuce due euro per scegliere il potenziale prossimo premier, lancia l'Opa sulla poltrona di Palazzo Chigi e in qualche modo ridimensiona il risultato pur esaltante della consultazione democratica. Ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, proprio nei minuti in cui i seggi delle primarie chiudono e inizia l'attesa per i risultati, il presidente del consiglio butta là: «Rifletterò su tutte le possibilità nessuna esclusa in cui eventualmente io ritenga di poter dare il mio contributo al miglior interesse dell'Italia». Una frase che gli esegeti del Monti-pensiero non faticano a leggere come una pesante autocandidatura. E se Giorgio Napolitano assicura che Monti da senatore a vita non può candidarsi, Monti giura di avere massimo rispetto per le sue parole: «Non le ho prese in alcun particolare modo: decisioni, qualunque possano essere, sono scelte inevitabilmente mie ma mi affiderò molto alle valutazioni del Capo dello Stato, a quanto ha da dire in generale e a me in particolare». Poi Monti spersonalizza la questione: «Il problema non è quello di chi guida il governo o di chi presiede la Repubblica italiana ma se si riesce in Italia a far evolvere la cultura dell'economia e della politica in modo diverso da quello che vediamo prevalere».
Quello che Monti assicura di non volere è un altro governo tecnico: «Ha ragione chi dice che sarebbe una sconfitta», assicura a Fazio. «Il mio governo - specifica poi il premier - non è stato un governo politico nella composizione, anche perché i partiti hanno declinato il mio invito a partecipare, ma la sua attività è schiettamente politica. È schiettamente politico cercare di separare di più la politica da ciò che non dovrebbe appartenerle, che si tratti di sanità o di Rai. Credo che sia politico spiegare ai cittadini la realtà cruda e la mancanza di soluzioni facili, trattando i cittadini come adulti».
Da probabile futuro candidato, Monti ha già pronto anche lo slogan: «Il peggio è passato», attenuato soltanto da un «credo». Anche se l'Italia soffre tuttora di storture peculiari: «Il fatto che il lavoro sia tassato più dei capitali è sbagliato - dice ad esempio - può un singolo Paese Ue contrastare questa distorsione? No, perché l'Ue finora ha dedicato troppo poca attenzione al coordinamento del fisco». E sulle proteste degli studenti: «Gli studenti fanno bene a manifestare il loro dissenso e lo hanno fatto in modo civile.
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