Politica

M5S, il partito-setta ossessionato da Rotary e massoni

I Cinque stelle fanno riunioni segrete, ma poi cacciano chi aderisce a club e circoli: epurazioni da Imperia a Pordenone

La democrazia interna al Movimento Cinque Stelle ha colpito ancora. Un'altra mini-epurazione grillina nel segno di una presunta «trasparenza». Due candidati alle amministrative del 26-27 maggio estromessi perché iscritti alla massoneria e al Rotary club. È la coerenza che governa il partito di Beppe Grillo: loro si riuniscono in luoghi segreti, tipo l'agriturismo a 30 chilometri da Roma dove il guru pentastellato ha indottrinato i parlamentari, e poi fanno i moralisti con i candidati aderenti a gruppi ammantati dal segreto. Talmente segreti che la loro iscrizione si è saputa subito. In tempo per fare scattare la ghigliottina.

I due malcapitati stanno agli estremi opposti della Padania: uno a Imperia, l'altro a Pordenone. Il primo si chiama Marco Magaglio, ha 47 anni e fa l'agente immobiliare. Voleva candidarsi a sindaco della città ligure. Era già stato accolto a braccia aperte dal «meetup» locale. Ma in extremis è saltato fuori un militante con l'obiezione capitale. Magaglio è un corruttore? Ha qualche condanna definitiva? Fa parte della casta? Magari non urla «vaffa...»? Ha detto che si sarebbe tenuto l'intero stipendio? Macché: è iscritto allo stesso Rotary dell'ex ministro Claudio Scajola. Peccato mortale, da espiare secondo metodi in voga in tempi bui. La lista di proscrizione. La gogna. Il marchio d'infamia. Per il Rotary club di Scajola, capirai che scandalo.

L'altra vittima è Fulvio Di Cosmo, 57 anni, medico pordenonese che aspira a entrare nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. A liste quasi presentate, ecco una mail anonima (o meglio, firmata da un sedicente Licio Gelli) che lo mette nel mirino: Di Cosmo appartiene a una loggia massonica di Trieste legata al Grande oriente d'Italia. I destinatari della missiva, Paolo Menis e Stefano Patuanelli, naturalmente privi di autonomia decisionale, chiedono lumi allo staff di Grillo. Scende così in campo nientemeno che il guru Gianroberto Casaleggio in persona, che impone il verbo della discriminazione. Niente candidatura per l'ortopedico con compasso e grembiulino: la massoneria ha «oggetto e finalità in contrasto con quelli del M5S».

Ma anche Casaleggio non può nulla contro la burocrazia italica, perché ormai è tardi per cancellare Di Cosmo dalle liste elettorali. Così il medico rimane candidato con i Cinque stelle anche se i grillini non lo vogliono alle loro manifestazioni elettorali né lo iscriveranno, se dovesse essere eletto, nel gruppo consiliare. D'altra parte, Di Cosmo si guarda bene dal fare un passo indietro. Le idee restano quelle, anche se sgradite dai compari d'avventura. E poi ritirarsi equivarrebbe ad ammettere, sia pure in modo implicito, di aver commesso qualcosa di illecito. La guerra di Grillo contro le società segrete è di vecchia data. Il suo blog trabocca di anatemi contro il Gruppo Bilderberg e altre congreghe di superpotenti, talmente misteriose che i nomi degli aderenti riempiono internet. «Che la luce del sole vi trafigga e, soprattutto, se mi leggete, andatevene a fanc...», tuona l'ex comico con il suo stile inconfondibile. Di Cosmo agita il non-statuto del movimento (in cui non si parla di massoneria ma di fedina penale e iscrizione a partiti politici) e gli articoli anti discriminazione delle varie Carte per i diritti umani. Invano. I grillini sono così: fanno riunioni segrete in luoghi segreti con contenuti segreti, ma se scoprono qualche iscritto ad associazioni segrete (o pseudo tali), il taglio è netto.

Eppure Grillo e massoneria non sono così distanti, almeno a sentire l'ex gran maestro Giuliano Di Bernardo che di recente ha confessato a Panorama di aver votato Cinque stelle per simpatia verso Casaleggio: «La sua visione e la mia sono molto simili».

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