Il pasticcio sul ritorno dell'Imu colpirà dieci milioni di italiani

Il sottosegretario Baretta assicura: "Lavoriamo per ridurre il disagio". Entro lunedì il ministero dell'Economia dovrà indicare l'aumento degli acconti 2014 di Ires e Irap per le imprese

La pagina del modello F24 alla voce Imu
La pagina del modello F24 alla voce Imu

Roma - Il governo «Letta due» inizia all'insegna di nuove tasse e, tanto per rendere più movimentata la vita degli italiani, muove i primi passi in un tourbillon caotico di scadenze fiscali comunicate all'ultimo momento. Ieri sono usciti ulteriori dettagli decreto Imu approvato giovedì scorso. Il ritardo non è casuale. La cancellazione della seconda rata Imu solo parziale, con ricarico a svantaggio dei contribuenti e dei Comuni, è stato accolto da proteste generalizzate. La prospettiva è, secondo i calcoli del Sole24Ore, di fare pagare circa i proprietari di 10 milioni di case in circa 2.700 Comuni. La maggioranza dei contribuenti che già pagano l'imposta. Ieri il governo ha cercato di fare marcia indietro. Ma, almeno per il momento, non del tutto.
Nel decreto si legge che nei Comuni che hanno aumentato l'aliquota dell'Imu oltre il valore base deciso dallo Stato, i contribuenti possessori di prima casa dovranno versare entro il 16 gennaio un ammontare pari al 40% della differenza tra quanto previsto dallo Stato e l'incremento fissato dai municipi. Uno sconto del 10% rispetto alle anticipazioni, che non cambia la sostanza.
Il testo di ieri, è definitivo, ma non sono esclusi modifiche nemmeno dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. «In sede di esame parlamentare si potrà verificare se e possibile trovare ulteriori risorse per evitare questo problema. Se copriamo tutto va meglio per tutti», ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, secondo il quale «nulla esclude che durante il percorso parlamentare il problema si possa risolvere. Ma è un problema minore, molto enfatizzato. Non è stato possibile reperire i soldi alla data di emanazione del decreto».
Intanto sono state confermate le coperture del pezzo di seconda rata Imu abolita. L'Ires per enti creditizi e finanziari, Banca d'Italia e società o enti che esercitano attività assicurativa aumenterà dal 27,5% al 36%. Confermato, per gli stessi soggetti, l'aumento degli acconti Ires del 28,5%.
Confermate anche le stangate delle clausole di salvaguardia. Entro il 2 dicembre il ministero dell'Economia dovrà stabilire se e in che misura aumentare gli acconti ai fini Ires e Irap del 2013 e 2014 e, dal 1 gennaio 2015, delle accise per «assicurare il conseguimento» degli obiettivi programmatici «anche ai fini della eventuale compensazione delle minori entrate che si dovessero generare per effetto dell'aumento degli acconti». Clausole destinate a scattare, visto il minor gettito della sanatoria sulle slot machine e l'aumento della quota di debiti commerciali della Pa da rimborsare.
Nell'ultima bozza del decreto Imu, c'è anche la parte che riguarda la rivalutazione delle quote di Bankitalia, con il limite al 5% alla quota del capitale da 7,5 miliardi che ciascun partecipante può detenere. Dalla rivalutazione il governo si aspetta entrate inferiori al miliardo di euro, ma su tutta l'operazione pende un giudizio dell'Europa che potrebbe riservare sorprese, nel senso che Bruxelles e la Bce potrebbero bocciarla perché mette a rischio l'indipendenza della banca. Il testo, a tre giorni dall'approvazione, è ancora provvisorio. E tra le informazioni che ieri sera non erano ancora pervenute ci sono quelle relative ad alcune scadenze fiscali. Ad esempio se la proroga dal 2 dicembre al 10 dicembre valeva solo per le società che versano l'Ires, oppure anche per le persone fisiche che versano l'Irpef.

«Siamo tempestati da chiamate dei clienti che ci chiedono cosa devono fare», ha raccontato il presidente dell'associazione nazionale commercialisti, Marco Cuchel. La soluzione ieri era attesa in nottata o, al massimo per questa mattina.

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