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Pd, in campo anche Barca "Non ambisco a fare il segretario"

Il ministro presenterà le sue "memorie" per cambiare il partito: "Non ambisco a fare il segretario". Poi lancia un appello all’unità della sinistra

Il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca
Il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca

"Non ambisco a fare il segretario del Pd, ambisco essere parte del gruppo dirigente". Nello studio di In 1/2 ora, il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca ha annunciato il suo manifesto per "cambiare" il Partito democratico: "Se anche faccio una cosa che va male al massimo è andata male...".

La prossima settimana Barca presenterà ai vertici di via del Nazareno una memoria con le idee per dare un futuro del partito che il segretario Pier Luigi Bersani sta seppellendo nel immobilismo e nei tatticismi politici. "Vorrei un partito che sia di mobilitazione cognitiva", ha annunciato lo stesso ministro intervistato da Lucia Annunziata. Parlando delle prossime mosse per cambiare il Pd, Barca non ha affrontato il ruolo che potrebbe assumere al termine dell'incarico all'interno del governo Monti. "Il ruolo di una persona - ha fatto notare - dipende dal partito". "I partiti nella nostra Costituzione sono delle associazioni libere che scelgono liberamente in modo democratico cosa sono, come operano e chi li deve guidare - ha continuato Barca - una persona come me può suggerire, ed è quello che tenterò di fare la prossima settimana, di provare a suggerire un modo, con una memoria". E il cuore della proposta dell'attuale ministro per la Coesione territoriale sarà, appunto, "un partito che sia di mobilitazione cognitiva". "La mobilitazione cognitiva è una cosa per la quale delle persone si incontrano - ha spiegato Barca - e discutiamo, mettiamo in comune le idee su come risolvere i problemi pratici come altre cose come la questione di cosa dobbiamo fare in Afganistan. Ognuno di noi ha diritto di discutere delle cose del nostro territorio".

In realtà, l'operazione di Barca viene letta dai più come uno sgambetto al sindaco di Firenze Matteo Renzi che, dopo il flop elettorale di Bersani, è tornato alla carica e pensa seriamente di prendere il timone del Partito democratico. Dalla sua il rottamatore ha i consensi, Barca invece può contare su un certo establishment democratico che spera di non scomparire. Almeno per il momento il ministro non ha ancora assunto ufficiamente alcun incarico nel gruppo dirigente del Pd e, proprio per questo, considera "pretestuoso" proporsi come un’alternativa a Renzi. Tuttavia, basta ascoltarlo per capire che i "progetti" che ha in mente per il Pd non collimano del tutto con le idee di rinnovamento e di affrancamento dalla sinistra radicale che vuole portare avanti il sindaco di Firenze.

Non a caso Barca ha lanciato un appello all’unità della sinistra: "Penso che questo sia il momento in cui il Pd, la sinistra, il Sel hanno bisogno di fare squadra".

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