Politica

Alfano vuole resettare il Pdl

Il segretario del Pdl: "Non siamo soddisfatti di tante cose del nostro partito, quindi bisogna resettare e cambiare". E sul Monti bis: "No a candidatura virtuale"

"Non siamo soddisfatti di tante cose del nostro partito, quindi bisogna resettare e cambiare e se questo significa cambiare il simbolo o rinnovare la classe dirigente, siamo pronti a farlo. Se riusciremo a realizzare la riunificazione di quell’area moderata, questo vale la maggioranza assoluta". Ai microfoni di Radio Anch’io, il segretario del Pdl Angelino Alfano spiega la road map per arrivare a costituire un nuovo centrodestra. Un polo che aggreghi tutte le forze moderate, tagli fuori le mele marce che niente hanno a che fare col progetto politico e contribuisca, in parlamento, a riformare il Paese.

"Non abbiamo intenzione di fare divorzi più o meno consensuali. Noi non intendiamo fare qualcosa di più piccolo del Pdl - ha spiegato l'ex Guardasigilli - vorremmo creare una grande area del centrodestra italiano con l’obiettivo di servire meglio i cittadini italiani. Per farlo occorrerà premere il tasto reset nel Pdl. Occorrerà forza e coraggio". A Radio Anch’io, Alfano ripercorre un parallelismo, già fatto nei giorni scorsi, tra gli scandali che stanno travolgendo diverse Giunte regionali (dalla Lombardia al Lazio, dal piemonte all'Emilia Romagna) e il terremoto politico del ’93. "Anche in quel caso la sinistra era sicura di vincere...", chiosa il segretario del Pdl assicurando per il partito un cambiamento. "Entro dicembre prenderemo delle decisioni drastiche su tutto quello che riguarda il programma e le liste - aggiunge - bisogna azzerare tutti i malfunzionamenti di questo partito perch‚ non siamo soddisfatti. Se questo significa cambiare il simbolo e il nome rimettendo in discussione tutto, anche la classe dirigente, lo faremo. Non posso annunciare nomi ma abbiamo una meta: la ricostruzione del centrodestra italiano". Secondo Alfano, occorrerà "premere il tasto reset" e "rimettere in funzione tutti i procedimenti che non hanno avuto buona applicazione in questi anni".

Per quanto riguarda le prossime elezioni, politiche, Alfano fa sapere chiaramente che non ci sono preclusioni costituzionali a un bis di Mario Monti a Palazzo Chigi. Tuttavia, ad aprile gli italiani saranno chiamati ad esprimere il proprio voto. "È difficile che sia presidente del Consiglio un candidato che rifiuta la candidatura", fa notare l'ex ministro della Giustizia.

"Tra Renzi e Bersani uno vincerà e l’altro schieramento deve proporre un candidato, oppure ci sarà una candidatura virtuale", conclude Alfano escludendo, tuttavia, "una gara in cui c’è un candidato di sinistra e un presidente del Consiglio ricandidato senza che accetti candidatura da forze che lo sostengono".

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