Pdl, il caso Alfano è risolto Falchi e colombe festeggiano

Berlusconi soddisfatto per la difesa compatta del vicepremier e per gli interventi di Letta e Napolitano: da "Repubblica" veleni e falsità

Pdl, il caso Alfano è risolto Falchi e colombe festeggiano

Attacco sventato. C'è un clima di sollievo e di ritrovata compattezza dentro il Pdl, dopo le tre mosse che hanno blindato Angelino Alfano rispetto all'insidia della mozione di sfiducia presentata al Senato da M5S e Sel. Prima l'intervento di Enrico Letta di due giorni fa che ha messo nero su bianco la convinzione dell' «estraneità» del ministro dell'Interno all'affaire Shalabayeva. Poi l'affondo durissimo di Giorgio Napolitano contro l'avventurismo di chi «vuole staccare la spina» e «lavora su ipotesi fumose e arbitrarie», una sorta di sigillo sul governo di larghe intese. Infine il voto dell'assemblea dei senatori del Pd che ha approvato la proposta di respingere le mozioni di sfiducia al titolare del Viminale. Un combinato disposto che trasforma quelle che per qualche ora era apparsa come una ripida salita in una discesa priva di curve insidiose e con l'asfalto asciutto.

La determinazione del partito nell'alzare il muro attorno ad Alfano si è insomma rivelata efficace. Nonostante alcune voci messe in circolo mercoledì da parte del Pd per provare ad avvelenare i pozzi, la tenuta c'è stata. «Non siamo noi a dover risolvere i problemi del Pd» è stata la posizione ribadita mercoledì sera da Silvio Berlusconi in un vertice serale al quale hanno preso parte Angelino Alfano, Gianni Letta, Renato Schifani, Renato Brunetta, Daniela Santanchè, Maurizio Gasparri, Denis Verdini e Fabrizio Cicchitto. «La scelta di volere dentro il governo il segretario del nostro partito è stata voluta da Letta e adesso è giusto che di fronte a un attacco così pretestuoso sia lui stesso a metterci la faccia». Certo durante la riunione - durante la quale si è anche ragionato sulla questione della possibile rinuncia alla prescrizione nel processo per i diritti Mediaset - nessuno ha nascosto i pericoli che il governo dovrà ora fronteggiare alla luce di quel «virus interno» che sta consumando il Pd. Ma la difesa a oltranza del segretario rappresenta sicuramente un punto a favore tanto per il Pdl e quanto per lo stesso Alfano che a Palazzo Madama grazie ai voti assicurati dalla Lega otterrà un consenso personale persino superiore a quello della maggioranza di governo.

Insomma, per dirla con uno dei presenti al vertice, «questa partita l'abbiamo vinta prima del traguardo per abbandono dell'avversario. È incredibile il dilettantismo di chi si è lanciato ad alta velocità contro un muro, sapendo perfettamente di non poterlo sfondare». Un riferimento a Matteo Renzi per il quale, fanno notare, «si è ormai chiusa anche la finestra elettorale di ottobre». E un altro dirigente commenta: «Questo è uno dei rari casi in cui c'è piena unità in tutto il repertorio dei volatili: falchi e colombe». Circostanza confermata da Daniela Santanchè per la quale «la differenza tra noi e il Pd è che noi abbiamo dimostrato di essere uniti e compatti di fronte alle difficoltà mentre il Pd ha fatto vedere di essere dilaniato al proprio interno e certo non per l'interesse del Paese».

Una tesi messa in dubbio da Repubblica che ieri ha provato ad accreditare la tesi di un Berlusconi tentato dal benservito ad Alfano. Con conseguente smentita di Palazzo Grazioli: «Si tratta di resoconti inventati di sana pianta per spargere veleno». Un'altra sconfessione arriva da Berlusconi per un articolo de Il Fatto.

«Ancora una volta si cerca di attribuirmi una stretta vicinanza al Presidente Nazarbaev con un fantasioso racconto su un mio presunto incontro con lui ad Astana precedente al 2009 dopo che già si è tentato di attribuirmi un ulteriore recente incontro con Nazarbaev in Sardegna, incontro che non c'è stato nel modo più assoluto. Questi sono i fatti. Tutto il resto è un tentativo di coinvolgermi senza fondamento nelle vicende degli ultimi giorni».

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