RomaIncassato il rinvio della rata di giugno, inizia la partita per la riforma dell'Imu. C'è l'impegno preso dal premier con il Pdl a rivedere la tassazione sulla prima casa, ma lo stesso Enrico Letta ha detto più volte detto che toccherà anche al Parlamento trovare una formula. Magari in seconda battuta: la nuova Imu potrebbe finire in un decreto legislativo e quindi passare per le commissioni competenti di Camera e Senato.
Il fatto è che, se ci sono pochi dubbi su come la pensino gli italiani, la situazione nelle Camere è a dir poco complessa. Sull'abolizione dell'Imu, ad esempio, al Senato c'è una maggioranza politicamente impossibile perché mette insieme partiti inconciliabili.
Il Popolo della libertà nella trattativa sulla formazione del governo ha messo da parte molte richieste sui ministeri per concentrarsi sull'abolizione dell'Imu. E tuttora subordina il sostegno a Letta alla riforma. La proposta del Pdl è quella che prevede il ritorno alla versione originale, che esclude la prima casa, fatta eccezione per quelle di lusso. E prevede anche la restituzione delle rate pagate nel 2012. La copertura consiste, per la parte strutturale, nel ricorso a inasprimenti fiscali su giochi, tabacchi e alcol. Per il pregresso, prevede un anticipo della Cassa depositi e prestiti degli introiti che arriveranno alle finanze pubbliche dall'accordo con la Svizzera sui capitali italiani.
Anche la Lega Nord è per l'abolizione dell'Imu sulla prima casa, da finanziare attraverso l'applicazione dei costi standard previsti dal federalismo fiscale. Quindi con tagli sugli acquisti della Pa.
A favore dell'abolizione anche il Movimento cinque Stelle, che vorrebbe per contro inasprire la tobin tax e, più in generale, superare i vincoli di bilancio europei. Difficile che i tre partiti più favorevoli al ritiro dell'imposta sulla prima casa trovino un accordo, anche al Senato dove avrebbero una maggioranza.
L'accordo, se ci sarà, sarà all'interno della coalizione che appoggia il governo. Il fatto è che alla Camera, il partito più forte, il Pd, che è anche quello al quale è iscritto il premier, si sta spostando su posizioni sempre più contrarie all'Imu. La linea ufficiale resta quella di una franchigia per chi paga 300 o 500 euro di Imu sulla prima casa. Scelta che esonerebbe dal pagamento circa la metà dei proprietari. Costo, circa 2,5 miliardi di euro. Ma Stefano Fassina, influente esponente democratico, ha fatto capire che darà battaglia sull'Imu. «Meglio evitare l'aumento dell'Iva che pesa sui consumi e quindi sull'attività produttiva delle imprese e sul lavoro e cancellare l'aumento dei ticket previsto per il 2014», ha ribadito ieri. Posizione che complica i giochi, anche perché tra le possibili coperture ci sono i tagli alla sanità. E rimodulazioni dei ticket.
Teoricamente a favore di una rimodulazione dell'Imu anche Scelta civica di Mario Monti. L'ex premier è teoricamente per detrazioni che amplino la platea degli esclusi dall'imposta. Ma l'Imu è una sua creatura e, quando sarà il momento, è possibile che si schieri per altre priorità.
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