Roma - Nel duello a distanza tra chi crede nelle primarie come soluzione taumaturgica per le ferite del Pdl e chi dubita del loro potere rivitalizzante si inseriscono i primi verdetti dei sondaggi. È su queste rilevazioni che Silvio Berlusconi, durante l'ufficio di presidenza, ha fondato alcune delle sue obiezioni. Un affondo, raccontano, basato sull'analisi di tre rilevazioni che il presidente del Pdl avrebbe incrociato e studiato, ottenendo sempre lo stesso risultato. Quale? Semplice: la selezione dal basso del futuro leader del centrodestra non accende il cuore degli elettori. Tanto che tutte e tre le rilevazioni indicherebbero che, attualmente, meno del 10% degli elettori del Pdl si recherebbe alle urne a votare per le primarie.
Finora era filtrato soltanto il responso di un sondaggio Euromedia Research che indicava nell'8% la percentuale degli elettori convinti di andare a mettere la scheda nelle urne delle primarie Pdl. Nelle ultime ore, però, sono filtrati i risultati di un analogo sondaggio effettuato da Datamonitor. Una ricerca che ha offerto una risposta ancora più sconsolante. Del 15% che ha dichiarato la sua intenzione di votare Pdl alle prossime Politiche solo il 5,4% - pari a 244.927 elettori - andrà a votare. «Questi elettori» recita l'analisi «fortemente radicati alla figura di Silvio Berlusconi appaiono poco propensi al voto alle primarie». Inoltre le intenzioni di voto dell'elettorato «attuale» denotano frammentazione e indecisione nella scelta tra i vari candidati. In questo bacino, infatti, il 30% degli elettori è schierato con Alfano, il 23% con Gianni Alemanno, il 17% con Daniela Santanchè, il 10% con il governatore campano Stefano Caldoro, l'8% con Guido Crosetto, il 7% con Giancarlo Galan, il 5% con il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo.
Datamonitor, però, ha analizzato due aree precise di elettorato: gli attuali elettori del Pdl pari al 15% e coloro che votarono Pdl nel 2008 pari al 37,38%. I risultati rispetto alla partecipazione sono diversi. Nel bacino potenziale (quello del 2008) la propensione al voto sale e tra coloro che «sicuramente andranno a votare» e quelli che si limitano a un «probabilmente sì» si arriva al 18,5%. Considerando che il Pdl nel 2008 prese 13.628.865 voti, i partecipanti alle primarie diventerebbero 2 milioni e 527mila. Quindi, valuta il sondaggista, «gli elettori delusi del Pdl che a oggi si collocano nell'area degli indecisi o del non voto, vedono nelle primarie una possibilità di rivitalizzazione».
Su questo bacino allargato, dunque, esiste per lo stato maggiore del Pdl la possibilità di fare leva, soprattutto se riuscirà a rendere le primarie credibili e «contendibili». Su questo secondo campione Alfano, peraltro, resta in testa con il 30% seguito da Alemanno al 29, da Crosetto al 17; Santanchè al 9; Caldoro al 7, Galan al 5 e Cattaneo al 3.
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