Quanti balzelli e tasse nascoste Spunta pure l'imposta sul clic

Nel provvedimento c'è poi la clausola di salvaguardia: se fallisce la spending review meno sgravi per tutti

Quanti balzelli e tasse nascoste Spunta pure l'imposta sul clic

Roma - Le tasse (come il diavolo) si nascondono nei dettagli. Nelle clausole di salvaguardia, cioè nelle misure che, in caso di necessità, possono sostituire delle coperture che si sono rivelate deboli. E tra le pieghe di provvedimenti collegati alla legge di Stabilità, ad esempio il decreto fiscale che sarà approvato nei prossimi giorni. La sessione di bilancio continua a sfornare sorprese. Il testo del decreto approvato martedì scorso non è ancora definitivo e continuano a uscire bozze, con correzioni. A garantire i risparmi attesi dalla spending review potrebbero (condizionale d'obbligo visto che il testo definitivo ancora non c'è) essere le accise. E anche un taglio alle «agevolazioni, detrazioni nonché i regimi di esclusione, esenzione e favore fiscale vigenti». Dovranno garantire «maggiori entrate pari a euro 3.000 milioni per il 2015, euro 7.000 milioni per il 2016 e euro 10.000 milioni per il 2017». Cifre che potranno essere ridotte «in relazione ai maggiori risparmi di spesa ottenuti» con la spending review.

Delle novità potrebbero emergere anche dal decreto fiscale collegato alla legge di Stabilità che sarà approvato lunedì. Tra queste una imposta di registro minima di mille euro per la compravendita di immobili. Cambia poco per chi acquista un appartamento in città (riguarda cifre sotto i 50mila euro) ma potrebbe diventare una tassa su chi è più debole. Ad esempio, osserva Confedilizia, chi vende immobili di poco valore in un piccolo centro, magari perché è in difficoltà economiche. L'imposta minima potrebbe poi penalizzare il mercato dei box auto. Il tutto per maggiori entrate per 29 milioni di euro. Piccole somme, ma che possono fare la differenza viste le difficoltà nelle coperture. Nella legge di Stabilità, comprese le ultime bozze, c'è anche quella che ha tutta l'aria di essere una tassa sul clic. Una «imposta di bollo forfettaria sulle istanze trasmesse in via telematica» a tutti gli uffici pubblici. Stato, Regioni, Province, Comuni, Asl. Tassa che vale anche per i documenti trasmessi da queste amministrazioni. Entro tre mesi dall'approvazione, il governo dovrà emanare un regolamento per definire i dettagli del pagamento, che dovrà avvenire via carta di credito o debito. Un freno a uno degli elementi chiave.

Confermata, anche nelle bozze di ieri, la Tasi (tassa sui servizi indivisibili) nella versione penalizzante per i proprietari di prima casa, con un aliquota del 2,5 per mille senza detrazioni, contro quella del 2,4, con le detrazioni, della Tares. «Sono stati cancellati i consistenti tagli di spesa preannunciati ma, soprattutto, gli enti locali hanno evitato che partisse anche in Italia un vero federalismo competitivo fra enti impositori», ha commentato il presidente di Confedilizia Corrado Sforza Fogliani.
Tra i pochi giudizi positivi, quello dei sindacati dei bancari. «La svalutazione dei crediti delle banche, come certificato oggi da Mediobanca, produrrà un aumento degli utili del settore del 7%», ha spiegato Lando Maria Sileoni segretario generale della Fabi. Tradotto, la misura contenuta nelle bozze della legge, può determinare meno esuberi nel settore rispetto ai 30mila previsti. Sul fronte della crescita, anche il governo sembra convinto che la legge di Stabilità muova poco.

Si poteva fare di più ma bisognava per rimanere nei limiti, fare più tagli e con mancanza di una spending review accettata e collaudata, questo si è rilevato difficile, ha detto ieri il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni a un incontro con la stampa estera, durante il quale ha anche detto di non aspettarsi rivoluzioni nella posizione tedesca sulle politiche europee, anche in caso di grande coalizione Cdu-Spd.

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