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Quei pattuglioni a caccia dei furbetti dello scontrino

Ieri ennesimo blitz nelle località di lusso. Controllati bar, spa e gioiellerie. I sindaci: "Danni per il turismo"

Foto d'archivio (porto turistico di Portofino)
Foto d'archivio (porto turistico di Portofino)

«Ueh belin, non sarà mica questo il modo di combattere l'evasione fiscale, vero?». Roberto De Marchi, sindaco di Santa Margherita Ligure, ha qualcosa da ridire sullo spettacolare blitz dell'Agenzia delle entrate scatenato in questo week end.
Le reti degli ispettori fiscali sono state gettate non solo nel mar Ligure (oltre a Santa Margherita nel mirino è finita pure Portofino), ma pure in Sardegna, in 14 esercizi, tra discoteche, spa, ristoranti e gioiellerie di Porto Rotondo e Porto Cervo, in Veneto (26 locali setacciati a Jesolo e a Sottomarina di Chioggia), a Capri, in Campania, in 36 esercizi di diverse località della Puglia, tra cui Gallipoli, Peschici, Vieste e Porto Cesareo, per finire in Sicilia, con 5 esercizi di Taormina, Cefalù e Catania. Tra venerdì sera e ieri mattina i controllori dei finanzieri e dell'Agenzia delle entrate, affiancati da quelli della Siae nel caso delle discoteche, hanno salutato l'avvio dell'alta stagione turistica piantonando le casse di un centinaio di esercizi tra le più rinomate località balneari del Belpaese. Non è una novità, come sanno bene i negozianti e i rispettivi clienti che alla fine del 2011 subirono a Cortina d'Ampezzo una marcatura asfissiante, replicata pochi giorni dopo a Courmayer e a Roma. A Cortina, in particolare, la presenza delle Fiamme Gialle indusse ai locali «attenzionati» a registrare in quei giorni incassi superiori in media del 300 per cento rispetto al giro d'affari dei giorni precedenti, segno che il rilascio degli scontrini non era poi così regolare. Così come il numero di infrazioni registrato in altre città autorizzava a ritenere che l'evasione avesse superato il livello di guardia.
Basta questo per replicare in grande stile la pesca a strascico degli evasori in questo agosto rovente? «Non siamo uno stato di polizia - si lamenta il sindaco di Santa Margherita Ligure - e c'è modo e modo per combattere l'evasione fiscale. Sono piombati qui di sabato sera, con i locali stracolmi di gente. Ci sono stati turisti che mi hanno chiamato per chiedermi se eravamo in uno Stato di polizia. I gestori e i proprietari che hanno dovuto star dietro a Finanza ed Entrate non hanno potuto seguire la clientela. E poi, che brutta pubblicità: Santa Margherita ricorda ancora la tassa di stazionamento, quando il governo Monti favorì l'esodo dei grandi yacht verso la Costa Azzurra». Non la pensa così Giorgio D'Alia, sindaco della vicina Portofino: «Sono controlli di routine come ce ne sono già stati. Va bene così, non la ritengo un'operazione invasiva».
Il presidente dell'Ascom di Jesolo (Venezia), Angelo Faloppa, contesta la scelta del periodo. «Dopo le difficoltà che abbiamo avuto ad inizio stagione - attacca - proprio all'inizio di agosto, nel primo giorno di pienone, si dovevano presentare? Quanto alle modalità, bisogna ammettere che sono stati discreti e non hanno interferito con la normale attività degli esercizi».
Ciro Lembo, primo cittadino di Capri, dice di dormire tra due guanciali. «A Capri i controlli di tutte le forze dell'ordine sono una costante fissa e danno tranquillità e sicurezza agli ospiti dell'isola - dice -. Negli ultimi giorni si sono avuti anche controlli in mare sulle imbarcazioni, sia in rada che nel porto, da parte delle autorità marittime doganali.

Ovviamente rispettando la nostra vocazione dell'ospitalità ci appelliamo al buon senso e alla discrezione delle autorità che effettuano i controlli per non turbare la vacanza degli ospiti, sia italiani che stranieri».

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