Renzi liquida Alfano e dà l'ultimatum a Letta

Il sindaco detta le sue condizioni a Letta: "O usciamo dal governo...". E ad Alfano: "Si deve adeguare, con lui non tratto". E nel governo è caos

Renzi liquida Alfano e dà l'ultimatum a Letta

Enrico Letta è convinto che la fuoriuscita di Forza Italia dalla maggioranza abbia rafforzato la sua premiership. In realtà, gli equilibri tra il Pd e il Nuovo centrodestra sono appesi a un filo. E, non appena Matteo Renzi avrà messo le mani sulla segreteria del partito, darà un taglio netto seppellendo una volta per tutte le larghe intese. "Letta deve sapere che il suo esecutivo ora è incentrato sul Pd. Ha cambiato forma, le larghe intese orginarie non ci sono più", ha messo in chiaro il sindaco di Firenze in una intervista alla Repubblica gettando l'esecutivo nel panico.

Come deciso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Letta dovrà tornare in parlamento a chiedere la fiducia. I sei voti di scarto ottenuti al passaggio in Senato della legge di Stabilità non hanno convinto il capo dello Stato e, tantomeno, Forza Italia che sta premendo per aprire formalmente la crisi di governo. Il premier chiederà la fiducia alle Camere dopo le primarie dell'8 dicembre che incoroneranno Renzi alla guida della segreteria piddì. Se nei giorni scorsi il vicepremier Angelino Alfano aveva ricordato a Letta che il Nuovo centrodestra ha i numeri per far cadere l'esecutivo, oggi il sindaco di Firenze ha ricordato ad Alfano che il Nuovo centrdestra ha trenta deputati mentre il Pd ne ha trecento: "Se non è d’accordo sappia che poi si va a votare. Io non ho paura delle elezioni, lui si. Perché sa che Berlusconi lo asfalta". Quindi, la stoccata finale: "Se Alfano ha proposte migliorative... ma non è che non trattiamo più con Berlusconi e ci mettiamo a mediare con Formigoni e Giovanardi". Insomma, tutt'altro che un idillio. Tanto che è bastata la provocazione di Renzi a far saltare i nervi agli alfaniani. "Se Renzi ha il problema di dover sostituire Letta dica che a marzo si vota perché vuole diventare presidente del Consiglio - ha aperto le danze il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi - noi non abbiamo nessuna paura". Poi è stata la volta del ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello: "C’è un peso specifico e c’è anche un peso politico. Noi pensiamo di dover esercitare il peso specifico e il peso politico". Infine, il diretto interessato. "Se Renzi ha l’obiettivo di prendere la sedia di Letta - ha detto Alfano ai microfoni del Tg2 - lo dica con chiarezza senza girarci attorno come si faceva con la vecchia politica".

Renzi non ne ha solo per Alfano. Il vero obiettivo da ipallinare dell'intervista rilasciata a Repubblica è Letta. È al premier che il sindaco manda un messaggio sin troppo chiaro: "Chi vince impone la linea. Saremo leali ma conseguenti". "A Letta offro una disponibiltà vera, un patto di un anno", ha assicurato spiegando che proporrà un patto strutturato su tre punti "ineludibili" su riforme, lavoro e Europa. "Se l’esecutivo non realizzerà questi obiettivi - ha avvertito - il Pd separerà il suo destino dalla maggioranza". Un concetto ribadito anche in giornata, a Pesaro.

"Il Pd deve tirare fuori il coraggio, l’orgoglio, la responsabilità - ha tuonato - non può soltanto inseguire ciò che fa il governo o il resto della maggioranza". Insomma, un vero e proprio ultimatum che non lascia molti margini di manovra all'esecutivo.

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