Renzi si sta già preparando a scaricare l'alleato Alfano

Sulla riforma elettorale il nuovo leader del Pd ha pronto il piano B: Ncd appoggi le nostre proposte o trovo una maggioranza alternativa

Renzi si sta già preparando a scaricare l'alleato Alfano

Tra la riunione di segreteria alle 7 e il lungo colloquio al Quirinale, Matteo Renzi non ha avuto neppure il tempo di ascoltare l'intervento con cui Enrico Letta ha ri-chiesto la fiducia in Parlamento. Ma a sera Rifiuta di commentarlo, ma lascia trapelare moderato apprezzamento: «Si è attenuto a quello che avevano concordato», dicono i suoi, «e ha pure tirato fuori un po' di verve, si vede che Renzi lo stimola...».

Quando il premier ottiene la fiducia, il sindaco è già tornato in treno a Firenze col suo trolley, e presenzia al tradizionale pranzo di Natale per gli anziani . Nel frattempo, in Parlamento, il suo ruolino di marcia fa un altro passo avanti: il capogruppo Pd al Senato Zanda, fervente neo-renziano, sacrifica Anna Finocchiaro e si converte, chiedendo al presidente del Senato Grasso di spostare la legge elettorale alla Camera. È quello che Renzi chiede e che Roberto Giachetti voleva ottenere col suo lungo digiuno. Ed è un segnale non del tutto rassicurante per il premier, che non vede di buon occhio l'accelerazione massima che il neo-segretario Pd vuole imprimere alla legge elettorale. E soprattutto il fatto che il sindaco, che lo ha spiegato ieri anche a Napolitano, vuole certo valutare le possibilità di accordo sulla riforma all'interno dell'attuale maggioranza (ossia con gli alfaniani), ma un attimo dopo aver verificato che Ncd frenerà in ogni modo contro una legge maggioritaria, lui si rivolgerà altrove. E alla Camera il Pd ha i voti, insieme a Sel e montiani, per far passare quel che vuole, mentre al Senato un accordo con Forza Italia basterebbe ad approvare la nuova legge elettorale. Una prospettiva cronologica e politica che inquieta il premier.

Ma anche con Napolitano, su questo, il leader Pd è stato chiaro: serve un «segnale forte» ai cittadini, bisogna dare l'idea che finalmente il parlamento si muove e decide: «Di riforme si parla da 30 anni, noi le faremo». D'altra parte, l'investitura delle primarie gli dà una grande responsabilità: «O il cambiamento profondo, o il fallimento totale». La legge elettorale va approvata prima delle elezioni europee, e non in coda alle riforme istituzionali come vorrebbe il governo. Napolitano ha già mandato il suo avvertimento a Renzi («Il voto non è dietro l'angolo»), ma la richiesta di incontro fattagli ieri è un segnale importante: il riconoscimento che ora il giovane sindaco è un interlocutore obbligato per il Colle, e l'intenzione di stabilire subito un regolare canale di comunicazione. «Anche perché - dicono nell'entourage - i patti veri Renzi deve farli qui, non con Letta».

L'era Renzi nel Pd inizia al Nazareno con i lampioni ancora accesi, all'alba. Alla prima riunione di segreteria c'è chi arriva con gli occhi gonfi di sonno (Stefano Bonaccini, il cui ultimo tweet della sera prima risaliva alle 2 del mattino) o con un berrettone di lana a nascondere i capelli che non si è fatto in tempo a pettinare (Pina Picierno, che ha fatto le ore piccole a Ballarò); e chi con un perfetto make up (Alessia Morani ha messo la sveglia prima delle 6 per avere il tempo di truccarsi). Davide Faraone, il renziano di Sicilia diventato il bersaglio degli insulti e delle minacce dei grillini (arrivati a mettere online il suo indirizzo di casa a Palermo), era già al partito prima di tutti gli altri. E puntualissimo è stato pure Renzi, arrivato a piedi da piazza Barberini (dove dorme in hotel) con il fido Luca Lotti. Tutti entusiasti del modello «brain storming» messo in atto dal sindaco: una riunione settimanale, niente relazioni, giro di tavolo e ognuno porta le sue idee e proposte.

«Molto concreto e operativo, si vede che è un sindaco abituato a decidere e fare», dice Picierno. Renzi ha annunciato che il tesoriere sarà Bonifazi, suo fedelissimo fiorentino. Mentre per la presidenza spera ancora in un ripensamento di Gianni Cuperlo.

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