Politica

Rimonta del centrodestra: pochi punti di distacco tra destra e sinistra

Per SpinCon.it rispetto al sondaggio di dicembre Berlusconi e i suoi rimontano 6 punti percentuali. I due poli adesso sono vicinissimi. Pdl sopra al 20%, Lega al 6,4%, La Destra al 2,7%. Il blocco del centrosinistra oscilla intorno al 32%

Quando due giocatori chiamano l’all-in vuol dire che sono disposti a tutto per portare a casa il piatto. Fino ad oggi il centrosinistra e il suo leader, Pierluigi Bersani, potevano dormire sonni relativamente tranquilli, ma con le ultime rilevazioni SpinCon.it la partita cambia. I due poli sono vicini, vicinissimi. Praticamente è impossibile distinguere la differenza. Lo chiamano pareggio tecnico. La cifra al centro della discussione, lo scarto tra gli due schieramenti è appena due decimi e la mano diventa decisiva.

Rispetto al sondaggio di dicembre (http://www.spincon.it/?p=1267) Silvio Berlusconi e i suoi rimontano 6 punti percentuali e nessuno in fondo ci avrebbe scommesso un euro. Allora i progressisti erano avanti di oltre 10 punti (11,5). La coalizione di centrodestra era ferma al 26,5% e il centrosinistra attraeva circa il 38% dei consensi.

Ma veniamo ai dati del 18 gennaio. È soprattutto il Pdl che gode positivamente del rilancio. Supera il 20%, venti virgola uno per l’esattezza. Segue la Lega Nord al 6,4%, poi La Destra (2,7%) in drastico calo perché deve dividere i voti con i Fratelli d’Italia di Meloni-Crosetto. Due per cento per loro. Più in basso, con risultati più modesti, Grande Sud (0,4%) e il Mir di Samorì (0,2%).

Italia Bene Comune, il blocco guidato dal Partito democratico, gravita attorno al 32%. Si percepisce quanto siano in difficoltà quando si osserva che il Pd da solo un mese faceva segnare il 29,4%. Oggi scende al 27,2% lasciando per strada il 2,2%. Il calo è generalizzato e interessa tutti i singoli componenti della coalizione. Sinistra e Libertà (4,1%) perde l’1,4%. Completano il quadro Centro Democratico (0,3%), l’altoatesina Svp (0,2%) e i Socialisti di Nencini che, nonostante le presenze tv del loro leader, non si schiodano dallo 0,2%.

Al centro nulla di nuovo, tranne la certezza che il blocco montiano è incapace di attrarre i delusi del berlusconismo. Il vero bacino dove andare a pescare i voti. Lo certificano i umeri. Mario Monti non svuota di consenso il centrodestra e ciò che resta è un deludente 12,2%. Il risultato sarebbe certamente peggiore se non fosse sceso in campo. La sua Scelta Civica riesce infatti a catalizzare l‘8,1% dei consensi e risulta largamente la forza più importante della coalizione. Intanto, l’Udc di Pierferdinando Casini resta inchiodata al 3,2%, mentre Fli scende sotto l’1%.

Poi ci sono i cani sciolti, giocatori che non fanno squadra o che vengono lasciati volutamente fuori rosa dallo spogliatoio. Da queste parti troviamo la lista di Ingroia che toglie voti sia a Grillo che alla componente più sinistra di Italia Bene Comune. Rivoluzione Civile debutta con un convincente 5,6%. In calo, anche se sopra la soglia di sbarramento del 4% gli uomini di oscar Giannino raccolti nelle fila di Fare per Fermare il Declino (4,5%). Senza speranze di entrare a Montecitorio o Palazzo Madama ci sono i Radicali (1,3%), il Partito Pirata (0,9%), Fiamma Tricolore (0,4%) e il PiN (0,1%). Mentre il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo (10,7%), alle prese con lo Tzunami tour, guida gli indipendenti incontrando qualche difficoltà.

Siamo nel mezzo della partita e alla fortuna resta sempre meno spazio.

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