Saccomanni vuol farci pagare l'Imu

Il ministro: "L'imposta sulla casa? Prima pensiamo al 2014". E così il blocco della rata di dicembre resta un'incognita

Saccomanni vuol farci pagare l'Imu

Roma - La seconda rata Imu? Se ne riparla dopo la legge di stabilità. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni a Washington per l'assemblea dell'Fmi, si lascia scappare poche battute sugli impegni (tanti) che ha lasciato in Italia. Ma alla domanda di un giornalista su un eventuale provvedimento per coprire i 2,2 miliardi della seconda rata Imu risponde «No, basta manovrine». Ora, «dobbiamo fare la legge di stabilità che riguarda il 2014 e dovremo valutare cosa fare per il 2013 quando avremo passato questo punto importante». In sostanza il ministero dell'Economia preferisce prima sciogliere i nodi del 2014 e poi farsi carico di quello che resta da risolvere per il 2013. Compresa la rata dell'imposta sugli immobili che - in assenza di provvedimenti - gli italiani dovranno pagare a dicembre di quest'anno. Un orientamento che contraddice le rassicurazioni arrivate in questi giorni dagli altri ministri, sicuri che la rata di dicembre sarà cancellata.

I conti con il 2013, insomma, potrebbero non essere stati chiusi completamente. Crescono i sospetti sul decreto varato giovedì al consiglio dei ministri. «Saccomanni ha fatto una finta manovra per andare a dire al Fondo monetario quanto siamo stati bravi», ha detto ieri il segretario generale della Uil Luigi Angeletti. «La manovrina è vera e serve», ha replicato il ministro dell'Economia, facendo notare che dopo il consiglio dei ministri di giovedì c'è «più fiducia rispetto il Paese» da parte dei mercati.
Di fatto, a tre giorni dall'approvazione della manovra, ancora non c'è il testo del decreto da 1,6 miliardi che permetterà all'Italia di rispettare i vincoli di bilancio europei. E tutto fa pensare che la partita della sforbiciate ai ministeri sia ancora in corso. Il ministro Beatrice Lorenzin si è opposta ai tagli lineari applicati alla sanità. «Non sono possibili nella salute» perché metterebbero «a rischio l'erogazione delle cure per gli italiani». Una risposta al viceministro dell'Economia Stefano Fassina che aveva parlato di tagli alla sanità. Ma anche a Palazzo Chigi, visto che dalle anticipazioni, la manovrina non ha risparmiato dai tagli il dicastero, quindi il servizio sanitario nazionale. Comunque, «Saccomanni mi ha dato rassicurazioni», ha garantito Lorenzin.
Con il ministro dell'Economia è a Washington, la diplomazia pre legge di Stabilità è toccata al premier Enrico Letta in persona. Ieri ha incontrato i capigruppo di Pd e Pdl. «Gli abbiamo illustrato le nostre proposte», si è limitato a dire Renato Brunetta.
Il premier Letta ha parlato di legge di Stabilità anche con le cooperative. E ha assicurato che ci saranno misure per abbattere il debito pubblico. Il presidente dell'Alleanza delle cooperative Giuliano Poletti e il copresidente, Maurizio Gardini hanno fatto pressione per evitare il previsto innalzamento dell'aliquota Iva, dal 4 al 10%, per le prestazioni socio-sanitarie ed educative, decisa dal governo Monti. Ma l'Iva sarà anche uno dei temi più discussi della legge di Stabilità, che vedrà la luce martedì prossimo. Tra le ipotesi emerse ieri (ne ha parlato il quotidiano Il Messaggero) l'introduzione di una quarta aliquota presumibilmente del 7%. Idea «in astratto valida.

Ma si corre il serio rischio di una fuga di massa dei beni dall'aliquota agevolata del 4% a quella nuova più alta. L' operazione rischia di essere anche più iniqua dell'aumento dell'aliquota ordinaria al 22%», ha spiegato Nunzio Bevilacqua, giurista ed esperto economico.

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