Sacconi scrive alla Fornero: "Altro che esodati, a rischio ci sono 700mila lavoratori"

L'ex ministro del Lavoro, sul suo sito, propone tre linee guida sul tema della flessibilità previdenziale e del lavoro

Sacconi scrive alla Fornero: "Altro che esodati, a rischio ci sono 700mila lavoratori"

La crisi economica attanaglia l'Europa, il tema della riforma del lavoro tiene sempre banco nel dibattito politico italiano e il capitolo degli esodati infiamma la discussione con tanto di scontro tra il ministro del Welfare, Elsa Fornero e i vertici dell'Inps.

In questo contesto si inserisce il monito dell'ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Che, nel suo sito, non si esime dal criticare Fornero e dal suggerire al governo la strada giusta da seguire.

"L’azzeramento senza uguali di ogni gradualità nel cambiamento dei requisiti di accesso e calcolo della pensione, si giustificò implicitamente anche con il disegno – in linea teorica condivisibile – di modificare la composizione della spesa sociale, spostando risorse dalla previdenza alla protezione sociale", scrive Sacconi.

Che poi continua: "Operazione in corso di realizzazione con la riforma degli ammortizzatori sociali che tuttavia, nel tempo della grande crisi, sottrae a molti non solo la pensione, ma anche l’ indennità di mobilità. Ora il nodo degli “esodati” rivela il più ampio problema di una significativa area di persone – calcolabili tra 500 e 700 mila in base alla serie dei pensionamenti di anzianità – a rischio di povertà, perché potrebbero rimanere privi di salario, sussidio, pensione nei prossimi anni. Penso in particolare a donne oggi ultracinquantenni, cui è stata improvvisamente innalzata l’età di pensione di cinque anni con l’esito di un differenziale di ben dieci anni rispetto al più generoso sistema previdenziale tedesco".

Per questi motivi, l'ex ministro chiede "non solo una soluzione contingente per coloro che in buona fede e sulla base della regolazione previdenziale al tempo vigente, hanno accettato di uscire dal rapporto di lavoro in termini volontari, ma una più generale correzione della riforma senza metterne in discussione la sostenibilità finanziaria".

E infine Sacconi espone tre linee guida per introdurre forme di flessibilità previdenziale onerosa nei percorsi lavorativi: "una disciplina più equa delle totalizzazioni contributive e dei versamenti volontari, utilizzando anche il TFR; una regolazione del riscatto dei periodi di laurea che lo consenta

variabile oltre una determinata soglia; la estensione – per arco temporale e soggetti – della possibilità di pensionamento anticipato a determinati requisiti e sulla base del meno conveniente calcolo contributivo".

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