Roma - La commissione che sta esaminando la legge di Stabilità finisce al centro della battaglia nel Pdl. I numeri della Bilancio del Senato sarebbero dalla parte dei «lealisti», che sono anche i più intransigenti sulle modifiche a favore dei contribuenti. Ma i «governativi», più morbidi verso il centrosinistra e comunque più attenti alla sopravvivenza dell'esecutivo delle larghe intese, hanno le due posizioni chiave e finiranno per pesare di più quando si tratterà di modificare la legge.
Ragionamenti del genere, apparentemente marginali per un partito che si avvicina alla resa dei conti, sono all'ordine del giorno nel Pdl. Il timore che i pidiellini più vicini a Silvio Berlusconi sussurrano è che le posizioni dei colleghi «falchi» nella commissione Bilancio del Senato vengano sacrificate e che la capacità del centrodestra di fare passare proprie proposte venga indebolita, a beneficio del partito pro tasse.
La situazione della commissione che dovrà modificare la legge di Stabilità è questa. I lealisti sono Cinzia Bonfrisco, Remigio Ceroni, Antonio Milo, Antonio Scavone di Gal, e Andrea Mandelli. Gli alfaniani sono tre. Ma solo una, Federica Chiavaroli, è senatrice «semplice». Gli altri sono Antonio Azzollini e Antonio D'Alì, rispettivamente presidente della commissione e relatore del provvedimento (nominato dallo stesso presidente giorni fa). Il presidente di commissione al Senato ha potere di vita e di morte sugli emendamenti e può decidere a sua discrezione l'ammissibilità delle proposte di modifica. Senza un controllo successivo da parte del comitato dei nove, come succede alla Camera.
«Se boccerà le proposte dei senatori Pdl per noi sarà un atto con valore politico», spiegava ieri un parlamentare lealista. Se la mediazione politica sulla «finanziaria» dovesse fallire, questo il ragionamento dei berlusconiani doc, la battaglia si sposterà in commissione. Il presidente «governativo» potrebbe bocciare quelli dei colleghi sulla tassazione immobiliare che provengono dall'ala meno vicina al governo. A beneficio di Letta (e di Saccomanni), e delle stesse colombe che potrebbero rivendicare l'approvazione di alcuni emendamenti «soft» come proprie vittorie.
A rischio sono in primo luogo gli emendamenti dei lealisti sulla tassa di servizio, ma anche quelli su sicurezza e spiagge.
L'intervista di ieri di Angelino Alfano non ha dissipato i dubbi dei berlusconiani. Il vicepremier ha spiegato che «il rischio di richieste impossibili per provocare la caduta del governo è sempre possibile, questo vale per il nostro partito ma anche per il Pd». Ma allo stesso tempo ha difeso la misura sulle spiagge, che ieri è stata attaccata dalla sinistra.
Il premier Letta si è detto sicuro che «la discussione parlamentare sarà positiva, alcune cose saranno migliorate». Tra i cambiamenti che il governo sta prendendo in considerazione ci sono anche quelli agli articoli della legge che riguardano la tassazione sulla casa. Per quanto riguarda il 2013 il premier ha confermato che la seconda rata Imu non si pagherà: «Le coperture saranno trovate e indicate attraverso l'anticipo che riguardano attività bancarie e assicurative».
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