"Non ho cambiato idea, da marzo dello scorso anno, quando è partita l'invasione criminale di Putin ai danni dell'Ucraina, ho capito che non avremmo potuto sostenere, anche militarmente, quel popolo invaso, perché altrimenti non saremmo neppure qui a discutere". Con queste parole Elly Schlein gela la platea del Festa del Fatto quotidiano che immediamente la contesta.
"Lo so che ci dividiamo su questo, è giusto così. Putin pensava di poter riscrivere i confini dell'Europa manu militari in poche settimane e questo è sbagliato e noi non lo possiamo accettare", ha aggiunto rivolgendosi al pubblico che la criticava. La segretaria del Pd, poi, è sembrata subito voler correggere il tiro e ha precisato: "Non si può dismettere la prospettiva di una pace giusta, ma non possiamo nemmeno accettare che ci sia un mondo in cui un'invasione criminale avvenga senza conseguenze". La Schlein ha, quindi, virare verso il pacifismo e "da laica" ha detto: "Ho visto con grande speranza il tentativo portato avanti da Papa Francesco, dal Vaticano e dal Cardinale Zuppi di costruire le condizioni che portino alla fine di questa guerra che sta facendo male non solo al popolo ucraino ma anche al resto d'Europa". E, poi, sprona l'Ue:"Voglio un'Europa che abbia una voce forte e convinta, che provi a farsi promotrice di una pace anche nelle sue istituzioni. Non soltanto che quando c'è un problema partono due capi di Stato o di governo e vanno da soli, perché siamo più deboli così". La segretaria del Pd promette che i dem insisteranno attraverso la loro "rete europea di contatti" perché "non dobbiamo aspettare che cada l'ultimo fucile per parlare di pace, altrimenti sarà troppo tardi".
Inevitabile non parlare del passaggio di 30 dirigenti liguri dal Pd ad Azione."Credo che sia sempre un dispiacere quando qualcuno decide di andare via, ma se ci rendiamo conto che qualcuno può non sentirsi a casa in un Pd che si batte per l'ambiente, i diritti e il lavoro di qualità, allora forse l'indirizzo lo aveva sbagliato prima", è stato il commento sprezzante e 'liquidatorio' della vicenda. La Schlein ha, poi, ribadito che "il cambiamento incontra sempre resistenze" e che "se il Pd avesse fatto tutto bene in questi anni, m una come me non avrebbe mai vinto il congresso". Insomma, il partito è "tutt'altro che morto", ha assicurato la segretaria che ora punta a ritrovare l'unità delle opposizione sul tema del lavoro e del salario minimo: "Dobbiamo fare come in Spagna dove - ha spiegato - il governo si è seduto con i sindacati e ha contrattato una giusta retribuzione".
La Schlein ha, infine, chiesto di riformare la Bossi-Fini e di affrontare il tema dell'immigrazione dando di nuovo vita a una Mare Nostrum europea, mentre il giudizio sul decreto Caivano è stato netto e chiaro: "Non si risolve tutto con un solo passaggio. Giusto andare a Caivano, ma è importante lasciare qualcosa per il giorno dopo, non bastano le passerelle".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.