Scontrino e spese detraibili: così pagheremo meno tasse?

La Camera vota il contrasto di interessi: il contribuente potrà scaricare scontrini, parcelle e fatture e pagare meno tasse

Scontrino e spese detraibili: così pagheremo meno tasse?

Si va verso al "contrasto di interessi" per abbattere l'evasione fiscale. In realtà la norma, già presente in paesi liberali con gli Stati Uniti, è un diritto per i contribuenti. Lo strumento è semplice e per di più serve ad abbattere sensibilmente la pressione fiscale: gli scontrini fiscali e le spese quotidiane potranno essere scaricare dalla dichiarazione dei redditi. Una vera e propria boccata d'ossigeno sia per le famiglie italiane, che in questo modo saranno più propense a spendere, sia per le imprese e i liberi professionisti, che vedranno allargarsi la clientela. Ma anche un manna dal cielo per l'erario pubblico che con questa norma vedrebbe l'evasione fiscale sempre più sconveniente.

Se spendo, scarico. Niente evasione. L'equazione è semplice. Tanto semplice da spingere il contribuente a chiedersi perché il Tesoro non ci avesse pensato prima. Le fatture dell'idraulico e dell'elettricista, le spese dal tecnico della lavatrice e del carrozziere, le parcelle dell'avvocato e dello psicologo. Proprio come negli Stati Uniti. Scontrini, fatture, parcelle e così via. E, per magia, la dichiarazione dei redditi si abbatte sensibilmente. Come anticipa Repubblica, rispunta a Montecitorio il "contrasto di interessi", norma che era stata inserita a fine novembre nella delega fiscale del governo Monti. Con la caduta dei tecnici era caduto pure il provvedimento. Il testo della nuova legge delega si sviluppa su quindici articoli che dovrebbero rivoluzionare il sistema fiscale. Si va dalla riforma del catasto alle semplificazioni, fino ad arrivare alla tassazione fiscale, al codice unico dei giochi e alle norme sulla certezza del diritto. Insomma, se il governo Letta riesce a durare il "contrasto di interessi" potrebbe finalmente vedere la luce. D'altra parte l'esecutivo si è già mosso in questa direzione confermando i cosiddetti "ecobonus". Un pacchetti piuttosto danaroso che favorisce le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico. Grazie agli sconti, che il governo ha rafforzato alzandoli dal 50 al 65% e prorogandoli fino al 31 dicembre del 2013, il contribuente detrarre, nel giro di dieci anni, la spesa dall'Irpef. Mercoledì scorso l'Aula di Palazzo Madama ha, poi, approvato un emendamento che estende il bonus per le ristrutturazioni anche ai grandi elettrodomestici di classe A+. Con la legge delega che introduce il "contrasto di interessi" ai allargherebbe ulteriormente la possibilità di scaricare le spese favorendo in questo modo i consumi che dall'inizio della crisi economica hanno subito una batosta senza precedenti.

La delega fiscale, che incontra un favore trasversale tra i banchi del parlamento, è già calendarizzata per il suo passaggio in Aula. Dovrebbe arrivare a Montecitorio tra l'ultima settimana di luglio e la prima di agosto. Purtroppo, essendo solo una legge delega, spetterà poi al governo Letta mettere nero su bianco i meccanismi di detrazioni o di deduzione e, soprattutto, trovare la copertura economica.

Quest'ultimo punto è senza dubbio lo scoglio più difficile da valicare viste le resistenze che il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni e il suo collega allo Sviluppo economico Flavio Zanonato stanno facendo sia all'abolizione dell'Imu sulla prima casa sia sull'abrogazione dell'aumento dell'aliquota Iva dal 21 al 22%. Una volta trovata la copertura economica, il "contrasto di interessi" servirà sicuramente a rilanciare la crescita e, al tempo stesso, contrastare l'evasione fiscale.

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