Hanno un salvacondotto senza scadenza. Bloccano il traffico, invadono le sedi istituzionali, qualche volta spaccano le vetrine. Ma non sono come gli altri: vuoi mettere, loro sono gli studenti di sinistra, qualcuno a quanto pare bivacca sui banchi del liceo o dell'università da una ventina d'anni e promette di rimanerci ancora, tanto le regole che valgono per gli altri, per gli studenti di CasaPound e per quelli che protestano, giù giù fino agli aborriti Forconi, termine che indica una condizione quasi primitiva, per loro hanno la forma dolce dell'elastico. Lo studente di sinistra ha la licenza di fare un po' quello che gli pare, in una cornice di comprensione perché il ragazzo che pende è portatore di disagio, esprime inquietudine, vorrebbe raddrizzare il mondo malato ed egoista. Se il dirigente di CasaPound porta via una bandiera Ue gli cadono in testa tre mesi di carcere, se lo stesso copione ha per protagonisti i giovani liceali che urlano contro in tagli alla scuola pubblica c'è il rischio che ricevano pure una medaglia.
Ieri a Milano si rivede il solito film. Il corteo, composto da quattrocento, cinquecento persone, attraversa il centro congestionando le strade già congestionate dal blocco del trasporto pubblico. E così la città già al tappeto subisce un altro ko, però di stampo democratico. Allietato da lancio di uova e bottiglie di vernice, come alle prime ruggenti della Scala. Gli agenti in tenuta antisommossa devono intervenire per arginare il corteo. I creativi, forse convinti di essere gli eredi dei dadaisti, raggiungono poi il Castello e colorano di rosso l'acqua della fontana. Quindi, degno finale, raggiungono la sede della Regione e qui quattro di loro, spalleggiati da due professori, interrompono la riunione del consiglio fra urla, striscioni, slogan. Quattro poliziotti vengono medicati in ospedale. Siamo al solito armamentario della cultura progressista: alzare il volume per coprire la voce degli altri. Una volta c'era l'eskimo, e in tasca le biglie di ferro, oggi, per fortuna, basta una felpa e magari un cappuccio. I dimostranti «emeriti» se lo possono permettere perché l'immunità è garantita, perché le loro ragioni galleggiano sul mare dolciastro della retorica, perché sono considerati antropologicamente diversi. Perché la colpa della Moratti, della Gelmini, mentre se i piccoli imprenditori strozzati dalle tasse alzano un dito allora vengono bollati, denunciati, verificati da Equitalia come cave di laboratorio. E se lo fanno gli agricoltori dei Forconi, i giornali scattano nell'ipotizzare infiltrazioni della criminalità e dell'estrema destra, i sociologi scuotono la testa, la polizia indaga, la magistratura punisce. Due pesi e due misure: dipende dal colore del serpentone. Blocchi, scioperi, prove di forza: c'è qualcuno cui è permesso tutto e chi viene bloccato prima ancora di fare un passo.
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