Milano - Come nei film si era messa in «divisa da assassina», mefisto, fuseau e maglione nero. Praticamente Eva Kant, la compagna di Diabolik. E come nei film la vittima si è salvata per un imprevisto: l'ago della siringa che doveva iniettare l'anestetico nel suo cuore si è infranto su una medaglietta. Così il delitto perfetto è sfumato, la mancata defunta ha strillato, sono accorsi i vicini, poi i carabinieri che hanno arrestato la «diabolica». Un cilena di 52 anni, attempata studentessa di medicina, ossessionata dal desiderio di uccidere la moglie del suo amante.
Il «set» di questo «thriller» è una villetta alla periferia di Aicurzio, duemila abitanti nel cuore della Brianza, finora famoso solo per aver dato i natali Franz Di Cioccio, batterista del gruppo rock Pfm. Ma a «nobilitare» il paesino ci ha pensato Jannette Miranda Gonzalez, cilena regolarmente in Italia da oltre 15 anni, passati in gran parte a fare la badante. Da qui l'idea di «specializzarsi» con una laurea e l'iscrizione a medicina. La donna vive in una villetta alla periferia di Aicurzio. Suo vicino, un distinto dirigente d'azienda di 61 anni, con cui allaccia una relazione. Non dura molto poi l'uomo, nonostante viva con la moglie da «separati in casa», rientra nei ranghi.
Jannette non accetta la decisione, ritiene sia dovuta alla moglie, 62 anni, e decide di «rimuovere l'ostacolo». Sabato mattina poco dopo le 6.30, evidentemente sapendo che l'uomo non avrebbe dormito in casa, decide di mettere in atto il piano diabolico, in tutti i sensi, compreso il travestimento. Infila fuseau e maglione nero, si cala in testa un passamontagna, scavalca la siepe che divide casa sua dalla villetta della vittima. Entra da una finestra trovata aperta, quindi individua la vittima, addormentata sul divano del salotto. Si avvicina stringendo una siringa in pugno quindi sferra l'attacco. Ma l'ago colpisce la medaglietta della catenina al collo della vittima, si spezza, la donna si sveglia e reagisce. Ma la cilena è ormai decisa a tutto. Buttata via la siringa ormai inutilizzabile e tenta di soffocare la rivale con un cuscino. La vittima si dibatte ma soprattutto riesce a urlare con quanto fiato ha in gola. Svegliando anche la figlia di trent'anni che a sua volta comincia a strillare e a chiamare aiuto. Allertando i vicini che accorrono in soccorso. Il piano è ormai fallito e la cilena decide quindi di battere in ritirata, scavalca nuovamente la siepe e si rifugia in casa.
Pochi minuti dopo arrivano anche i carabinieri che sentono i vicini, tutti d'accordo nell'indicare l'aggressore in quella figura femminile poi infilatasi in quell'abitazione. I militari suonano alla porta della Gonzalez che apre fingendo la massima noncuranza.
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