Elezioni Regionali

Dalla Basilicata al Piemonte, campo largo nel caos sulle candidature

Lacerenza si ritira: tutto da rifare in Basilicata. In Piemonte Pentenero è stata scelta a sorpresa dai dem locali. I grillini vanno su tutte le furie e annunciano: "Andremo con un nostro candidato"

Dalla Basilicata al Piemonte, campo largo nel caos sulle candidature

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L'educatrice nelle coop legata all'area radicale: chi è la candidata del Pd in Piemonte

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Le elezioni regionali stanno regalando una sorpresa dietro l'altro nel fronte del centrosinistra. In Basilicata è pieno caos dopo la scelta rocambolesca imposta da Giuseppe Conte (con conseguente estromissione di Azione dall'ammucchiata) sul chirurgo Domenico Lacerenza, che proprio questo pomeriggio ha annunciato il ritiro della sua candidatura a governatore lucano dopo appena 72 ore scarse dall'ufficializzazione di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

"È una decisione presa con assoluta serenità e anche nell'interesse delle forze politiche che hanno voluto propormi - dichiara il medico di Potenza -. Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito". Conte ribadisce che in Basilicata i grillini sono stati "chiari, lineari e compatti" nel trovare una persona che "aveva i requisiti" per rispondere a una sanità "disastrata". Un civico, che è stato invece "impallinato in un gioco di correnti", sottolinea. Fonti dei 5 Stelle fanno trapelare che ora potrebbero andare con un proprio candidato autonomo alle urne regionali. Carlo Calenda, che domani annuncerà se sostenere invece il centrodestra di Vito Bardi, gongola e infierisce: "Dilettanti allo sbaraglio. Altro capolavoro politico di Conte con Pd a rimorchio".

Il Pd impone il suo nome in Piemonte

Se nel Sud Italia bisogna ricominciare da capo con le candidature e (forse anche) con le coalizioni, in Piemonte la situazione è altrettanto in ebollizzione nel campo "largo" giallorosso. E al momento qua un fatto sembrerebbe certo: Pd e M5s non si presenteranno uniti nel territorio a Nord-Ovest dell'Italia. Lo strappo grillino si è verificato a seguito del colpo di scena riguardante il nome del candidato governatore che è stato avanzato ufficialmente (e inappellabilmente) dai dem: sarà infatti Gianna Pentenero a sfidare Alberto Cirio nel voto che si terrà i prossimi 8 e 9 giugno, in contemporanea con le Europee, che sancirà il prossimo capo della Giunta piemontese.

Questa mattina i 315 delegati dell'assemblea regionale del Pd erano stati originariamente convocati per potere designare uno tra i due contendenti della vigilia per il Grattacielo della Regione Piemonte: da una il vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle e dall'altra la deputata Chiara Gribaudo, vicepresidente nazionale del partito e molto vicina alla Schlein. Dopo due ore in sala ad attendere le trattative tra i due candidati, ecco il colpo di scena: la conta viene evitata e i delegati scelgono per acclamazione l'attuale assessora alla Sicurezza della Comune di Torino nella giunta dem di Stefano Lo Russo dopo il "passo di lato" di Valle e Gribaudo, come definito dal segretario regionale Mimmo Rossi, nel ringraziarli entrambi.

I 5 Stelle non ci stanno

Sull'individuazione di questa figura il Movimento 5 Stelle avrebbe dovuto seriamente i conti, proprio nella Regione Piemonte ha avuto storicamente degli enormi dissapori con il Pd locale, specialmente sulla costruzione della Tav, con il M5s sempre contrari all'opera e sulle barricate. Difficilmente i grillini potevano sostenere una donna che ha lavorato per decenni a fianco degli "odiatissimi" Bresso e Chiamparino? E infatti dopo pochissime ore dalla scelta del nome è arrivato il chiaro "niet" pentastellato.

"Apprendiamo dalle agenzie di stampa la decisione maturata dal Partito Democratico di ufficializzare la candidatura di Gianna Pentenero alle prossime elezioni regionali del Piemonte - scrive in una nota Sarah Disabato, coordinatrice regionale e Capogruppo M5S Piemonte, Sean Sacco -. Registriamo questo cambio di passo e di metodo, una decisione che cozza con il dialogo che - seppur tra difficoltà e differenze - era stato intavolato in trasparenza e franchezza in questi mesi per definire gli aspetti programmatici di una proposta politica condivisa e unitaria. Alla luce di tutto questo, nei prossimi giorni il Movimento 5 Stelle illustrerà il proprio programma elettorale e avvierà il percorso per la scelta del proprio candidato presidente convinto - conclude - che il nodo per far voltare pagina al Piemonte sia quello di un’agenda programmatica all’altezza della volontà di cambiamento richiesta dai cittadini".

Già lo stesso Conte sembrava essere stato nettamente preso alla sprovvista da questa scelta imposta dai dem mentre si trovava a Napoli per partecipare all'assemblea provinciale del partito a Napoli: "Non ne ero informato - aveva dichiarato -. Apprendo ora di questa candidatura. Evidentemente c'è una persuasione che non si era raggiunto un sufficiente punto di convergenza. Valuteremo internamente, sentiremo anche il Pd, ma se dovessimo registrare una divergenza, non lo faremo certo pensando che abbiamo nemici da combattere".

Le esperienze della candidata dem in Piemonte

Classe 1964, Gianna Pentenero nata a Chivasso, a pochi chilometri da Torino. Ha tuttavia sempre vissuto in realtà a Casalborgone, un piccolo comune di cui è stata anche sindaca dal 1993 al 2004, per ben tre mandati consecutivi. Del resto la sua esperienza politica dura da più di trent'anni. Nel 2005, infatti, viene nominata assessora all'Istruzione e alla Formazione professionale nelle giunte regionali presiedute da Mercedes Bresso (fino al 2010) e da Sergio Chiamparino (dal 2014 al 2019). Cocente era stata per lei la batosta del no alla deroga che le avrebbe permesso di candidarsi ancora una volta del Pd nel 2019. Ma l'assessora ha poi deciso di rimanere nella dirigenza del partito, dove ha ottenuto la delega al Lavoro nella segreteria metropolitana.

Dall'ottobre 2021 fa parte della squadra del sindaco Lo Russo alla guida del capoluogo piemontese con deleghe a Lavoro e Polizia locale. Prima di intraprendere questa nuova avventura istituzionale, aveva deciso di ritornare a fare il mestiere interrotto vent'anni fa, quando era stata arruolata da Mercedes Bresso: ovvero quello dell'educatrice per l'inserimento lavorativo di soggetti deboli presso la cooperativa Valdocco. Pu con un passato da "prodiana", man mano si è avvicinata a posizioni più radicali. Un anno e mezzo fa fece molto discutere una sua presa di posizione pubblica contro lo sgombero del centro sociale violento Askatasuna, ospitato in uno stabile di corso Regina Margherita 47 occupato abusivamente da quasi 30 anni. Pentenero predicava prudenza, convinta che la procedura di avvio della pratica di sgombero non avrebbe risolto il problema ma avrebbe finito per crearne inesorabilmente degli altri: "Lavoriamo tutti per la legalità e rispetto delle regole, ma l'equilibro non si crea solo con una forma repressiva pesante.

Serve un'azione più corale e complessiva", aveva affermato.

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