Sinistra in tilt sull'Imu chiede la cabina di regia

Partito in ritardo sui temi economici in vista del Consiglio dei ministri del 23. Ma dal governo nessuna convocazione

Sinistra in tilt sull'Imu chiede la cabina di regia

Parla Cesare Damiano (Pd) e sembra un Renato Brunetta o Daniele Capezzone di qualche mese fa. La richiesta al governo che da un po' sta salendo dai democratici (in sintesi: serve la cabina di regia sui temi economici prima di settembre) dimostra quando il primo partito della sinistra stia vivendo questa fine estate con angoscia. Le scadenze fissate dal governo si stanno pericolosamente avvicinando e il Pd rischia di trovarsi con un pugno di mosche in mano. Colpa dei tanti nel partito che avevano scommesso su una fine prematura del governo Letta dopo la sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi e per questo avevano lasciato in secondo piano le policy, quindi la trattativa sulle scelte in economia, per dedicarsi a tempo piano alla lotta per il potere dentro e fuori dal partito. Colpa anche del pressing pidiellino sui temi fiscali, che non si è interrotto nemmeno nelle fasi post sentenza più roventi.

Se la soluzione sull'Imu che uscirà dal Consiglio dei ministri di fine mese, probabilmente il 29, non sarà esattamente quella di bandiera del Pdl, il centrodestra avrà comunque portato a casa un altro provvedimento che porta il suo marchio. L'altro Consiglio dei ministri, probabilmente il 23 agosto o il 26, avrà all'ordine del giorno delle misure sul pubblico impiego. Il Pd avrebbe voluto altro. «La riunione del Consiglio dei ministri si terrà la prossima settimana. Ci auguriamo - ha dichiarato ieri Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro ed esponente Pd - che il governo convochi preventivamente una cabina di regia per mettere a punto le priorità complessive di medio periodo. Non è possibile, come pretenderebbe il centrodestra, che tutto si riduca all'Imu, con il rischio di assorbire la gran parte delle risorse disponibili per un solo obiettivo». L'esponente democratico indica le altre priorità che sarebbero dovute finire nell'ordine del giorno del governo. Intanto «il rifinanziamento della cassa integrazione» poi «le correzioni al sistema pensionistico». Tutte scelte che necessitano di coperture. E che quindi, il Pd vorrebbe discutere alla cabina di regia insieme all'Imu.

Ma la richiesta ha poca speranza di essere esaudita. Non ci sono convocazioni della cabina di regia in vista. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, ha preso qualche giorno di riposo e si rifarà vivo la prossima settimana, a ridosso degli ultimi due consigli dei ministri di fine agosto che al momento sono blindati sull'imposta comunale e pubblico impiego.

La partita Imu resta comunque difficilissima anche per il Pdl. Uno spiraglio è arrivato con il calo dello spread e quindi con la minore spesa per interessi dello Stato. Circa due miliardi di euro di minori spese nel bilancio del 2013 che, comunque, via XX Settembre non ha intenzione di lasciare a provvedimenti di spesa. E che non metterà nella contabilità fino alla fine di settembre, con le nuove previsioni su crescita e sul deficit.

In questa incertezza, il Pdl non interrompe il pressing.

«Abolire l'Imu su prima casa e agricoltura costa solo 4 miliardi, cioè appena la duecentesima parte della spesa pubblica (800 miliardi circa)», ha sottolineato Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera, che ha pronte sei ipotesi di copertura sull'Imu. Tutte realizzate con tagli di spesa. Il braccio di ferro, insomma, è alle battute finali. Ma il Pd sembra non avere nemmeno iniziato la sua partita.

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