«Stop ai rimborsi elettorali» Ma i tempi saranno lunghi

«Stop ai rimborsi elettorali» Ma i tempi saranno lunghi

RomaUn rinvio e l'annuncio di due decisioni; i provvedimenti veri e propri arriveranno in futuro. Quinto Consiglio dei ministri con qualche tensione e molta voglia di dare segnali forti. Dopo l'assemblea degli industriali Enrico Letta ha deciso di accelerare sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Misura a costo zero, gradita agli elettori, ma che alla fine si è rivelata più difficile del previsto. L'esame è stato annunciato, a sorpresa, alla vigilia del Consiglio. Dopo due ore il governo ha annunciato l'accordo politico sull'abrogazione del finanziamento. Di pronto non c'è niente, solo le linee guida del prossimo sistema. In sintesi, stop ai trasferimenti dello stato, via libera alle donazioni da parte dei privati che saranno detraibili. Per questo, ha spiegato Letta via Twitter, «ora la Ragioneria deve preparare le norme fiscali del Ddl». In sostanza si tratta di fissare l'entità reale dei risparmi (il finanziamento ammonta a circa 90 milioni di euro all'anno) e poi stabilire la quota di donazioni detraibile. Il modello potrebbe essere simile a quello delle Ong: detrazioni del 19% su un importo non superiore a una percentuale del reddito (ad esempio il 2%) e per un massimo di 2.000 euro.
L'accordo politico sui finanziamenti è stato accolto da un plauso quasi unanime. Matteo Renzi del Pd ha rivendicato la paternità («Durante le primarie sembrava che fossimo solo noi a parlarne. Oggi sembra esserci una condivisione più ampia, e ne ho parlato più volte con Letta»). Il vicepremier e ministro dell'Interno Angelino Alfano ha ricordato che l'eliminazione dei contributi pubblici ai partiti, «era nel programma» del Pdl.
Voci fuori dal coro, Fabrizio Cicchitto, anche lui Pdl («Nutro dei forti dubbi. Il risultato sarà che quattro o cinque lobby, quale che sia la loro regolamentazione, spadroneggeranno in Parlamento, negli Enti Locali e nel Paese»). Poi, per ragioni opposte Beppe Grillo: «Bluffano e il Paese se ne sta andando».
La riforma andrà in un disegno di legge, ma Letta pretende dal Parlamento tempi brevi. Massimo sei mesi, al termine dei quali si è riservato di varare un decreto con un testo del solo governo.
Al Consiglio era anche atteso un segnale sugli ecoincentivi. In particolare l'ecobonus, la detrazione al 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, che scade in giugno e per la quale si sta pensando a una proroga di almeno sette mesi. Il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato aveva annunciato la decisione per oggi, ma ieri è stato stoppato dalla Ragioneria che sta ancora cercando le coperture. Il bonus ecologico potrebbe approdare al prossimo consiglio dei ministri, ma è possibile che slitti ulteriormente perché nell'agenda del ministero dell'Economia ci sono dossier ritenuti altrettanto importanti, a partire dallo stop all'aumento dell'Iva. Poi la proroga anche per la detrazione del 50% per le ristrutturazioni. Servono coperture per 2,5 miliardi. Due miliardi per rinviare l'aumento dell'Iva di sei mesi e 500 milioni per i due bonus.

«Bisogna agire sulla spesa pubblica, ci vuole più coraggio e non tagli lineari», ha auspicato il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta. Altra decisione annunciata dal governo è quella di mettere mano alla disciplina che regola l'attività delle lobby. Anche in questo caso, tempi brevi.

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