Stop all'Imu sulla prima casa Letta: non aspettatevi miracoli

RomaSospensione dell'Imu sulla prima casa, quindi niente rata di giugno per l'abitazione principale. Ma restano inalterate le scadenze per gli immobili commerciali, il rinvio per i capannoni è archiviato. Potrebbero invece entrare le case popolari mentre salta lo stop sui terreni agricoli, che fino mercoledì veniva data come probabile. La preparazione del primo consiglio dei ministri - affidata al sottosegretario alla presidenza Filippo Patroni Griffi, visto che il premier Enrico Letta ieri era in visita ufficiale in Polonia - è stata più laboriosa del previsto. E non solo la parte sull'Imu.
Il governo è consapevole del fatto che molte aspettative resteranno deluse. «Non sarà un decreto dei miracoli», ha messo le mani avanti il premier. Al massimo permetterà di «avere 100 giorni, di avere il tempo per poter fare delle riforme». Solo con quelle arriveranno le risposte per le imprese e agricoltori. Ai ministri competenti è già stato detto di non prendere impegni per agosto, visto che l'estate sarà occupata dalla riforma del fisco sulla casa.
Il ministero dell'Economia ha lavorato al testo da portare oggi a Palazzo Chigi per tutta la giornata. Il risultato è un unico decreto con la sospensione della rata Imu, il rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga (è questo l'argomento che ieri ha impegnato il governo) e l'eliminazione dello stipendio duplicato dei ministri - parlamentari. Al consiglio ci saranno anche misure contro il femminicidio.
La decisione di non includere i capannoni dalla sospensione dell'Imu è maturata mercoledì. La motivazione ufficiale è che non ha mai fatto parte del programma di governo, in realtà il problema resta la difficoltà di coprire una posta che vale, comprendendo tutti gli immobili commerciali, circa cinque miliardi all'anno.
L'intenzione politica di alleggerire il fisco sugli immobili delle aziende resta, tanto che anche ieri i tecnici del governo hanno lavorato per inserire nel decreto un segnale alle categorie produttive, che restano sul piede di guerra per un alleggerimento della pressione sui loro immobili che considerano beni strumentali. L'idea fino a ieri era quella di sterilizzare gli aumenti delle aliquote, ma anche questa ipotesi è di difficile applicazione. Possibile che nel provvedimento resti solo un riferimento alla riforma complessiva della tassazione sugli immobili, con un richiamo esplicito alla volontà di alleggerire la pressione su quelli commerciali.
Anche perché il pressing politico contro l'imposta resta forte. «Entro agosto bisogna fare la riforma complessiva della tassazione degli immobili, compresi i capannoni, altrimenti cadrà il governo Letta», ha detto ieri il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta.
La difficoltà a includere i capannoni è il segno che anche un semplice rinvio di una rata, che non ha bisogno di coperture vere e proprie, non piace all'Unione europea. Con il decreto si stabilirà che ai comuni finiranno, al posto delle entrate della prima rata Imu, circa 2 miliardi di fondi di tesoreria.
Su questi, Bruxelles non farà problemi. Anche perché ieri la Commissione europea, rispondendo a due petizioni presentate alla commissione dell'Europarlamento presiedute dalla Pdl Erminia Mazzoni, si è espressa a favore di un trattamento fiscale diverso per la prima e la seconda casa, e ha sottolineato come l'Imu, così come è stata pensata dal governo Monti, sia poco progressiva.


Ma un'altra delusione potrebbe emergere sul rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga. Sui circa 1,5 miliardi necessari sarebbero coperti solo 500-600 milioni. Nel decreto dovrebbe esserci solo questa prima tranche, alla quale ne seguirà un'altra, dopo una verifica con le regioni sulle reali necessità.

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