Lo stupore in piazza Poi esplode la gioia: «Sembra uno di noi»

All'annuncio, i fedeli ammutoliscono. Ma il silenzio dura poco: "È semplice e disponibile, con un volto dolce"

Lo stupore in piazza Poi esplode la gioia: «Sembra uno di noi»

Città del Vaticano«È dolce. Molto semplice», dice Elena, sulla trentina, occhi luminosi. Cosa ti è piaciuto di più? «Che ci ha fatto pregare per lui. Un segno di grande umiltà», sottolinea d'impeto. «Di reciprocità», aggiunge. E dopo un attimo: «E di responsabilità. Ognuno ha le sue...». Quante cose si tirano fuori da un gesto semplice. Un gesto indovinato. «È fortissimo», dice radiosa Elena alla sua amica. «Hai visto?». Che cosa ti ha conquistato? «Che ci ha chiesto pregare per lui. Un bel segno, non credi? Siamo insieme, camminiamo insieme», si allarga in un sorriso.
La basilica di San Pietro sembra di cristallo tanto è illuminata. Un gioiello che emana letizia. Alle 20,15 il cardinale protodiacono Jean-Louis Pierre Tauran si affaccia sulla Loggia centrale di San Pietro allargando il drappo rosso che orna la finestra. La pioggia ha appena smesso di scendere, mentre la gente arriva di corsa per guadagnare il centro della piazza. «Indovina?», dice uno al telefonino. «Proprio qui, davanti al balcone... Vicino all'obelisco... Passavo di qua... Però, se sbrigasse, ché uno c'ha da fa'... Comunque ve lo saluto».
Le guardie svizzere sono schierate sul sagrato. Nelle prime file sventolano bandiere di tutte le nazionalità: tedesca, brasiliana, spagnola, canadese, messicana, polacca, nigeriana. Anche una argentina. Piccola. «Habemus Papam», annuncia il cardinale Tauran: «Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires. Prenderà il nome di Francesco». Il cognome è italiano. Ma nella piazza gremita nessuno sa chi è. C'è incertezza. Un po' di sorpresa. Ci si aspettava un italiano. Qualcuno di già noto. Si tifava per O'Malley, il frate cardinale di Boston. Si attende un attimo prima di esultare. Chi sarà questo nuovo Papa? Due fidanzatini si baciano. Si sentono osservati. Chi sarà? Lei ci pensa un istante: «Quello che ha scelto lo Spirito Santo a noi va bene», dice timida.
Partono i primi cori di «Francesco, Francesco». Il nome piace. Ce ne sono stati altri prima di lui, ci si chiede. No, è inedito per i pontefici. È il nome del patrono d'Italia, una scelta di povertà. Di rinnovamento. Una scelta giusta per una Chiesa che vuole rigenerarsi. Passano alcuni minuti prima che il nuovo Papa si affacci dal balcone. «Ci ha ripensato», scherza qualcuno. «Ha fatto un infarto», gli fa eco un amico. Eccolo: «Fratelli e sorelle, buonasera». La piazza è punteggiata dai telefonini issati per fissare il momento. Il primo impatto è semplice e notevole. Gli applausi rispondono alle sue prime parole. Papa Bergoglio parla subito da vescovo di Roma: «I miei fratelli sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo», dice. E strappa il sorriso. Fa pregare per il suo predecessore. Molti telefonini si abbassano, non tutti.
Francesco I sta per impartire la sua prima benedizione Urbi et Orbi con indulgenza plenaria. Poi si ferma, quasi di colpo. «Vi do la benedizione. Ma vi chiedo un favore», dice all'improvviso. «Prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi pregate il Signore perché mi benedica. Facciamo insieme questa preghiera di voi su di me». S'inchina per qualche istante di silenzio. Poi l'augurio di «buonanotte e buon riposo». Piazza San Pietro è conquistata.

Entusiasta. Sembra uno stadio. I maxischermi rimandano l'immagine di via della Conciliazione. Un'immagine possente, di festa. Riprendono a sventolare le bandiere. Una coppia si abbraccia, lei è commossa. «Siamo svedesi. Felici»

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