Sull'Imu il Pd fa traballare il governo

Sull'Imu il Pd fa traballare il governo

Roma«Non ci sono le condizioni per cancellare l'Imu sulle abitazioni più ricche». Tradotto, visto che sulle case extra lusso non c'è mai stata battaglia: il Pdl si tolga dalla testa di portare a casa una vittoria al consiglio dei ministri di mercoledì.
La riunione di governo, che ieri il premier ha confermato («ci lavoreremo anche martedì e chiuderemo mercoledì, nessun rinvio») si annunciava difficile già qualche giorno fa, con l'uscita del renziano Graziano Delrio che vorrebbe esentare il 70% delle prime case. Cioè meno del suo partito che parte dall'80%.
Ieri il viceministro democratico all'Economia Stefano Fassina ha dato un colpo di grazia alle speranze di un compromesso facile. Cancellare del tutto l'imposta? «È inaccettabile, abbiamo poche risorse e quattro priorità: Imu, Iva, la cassa integrazione in deroga e gli esodati e su queste dobbiamo allocare risorse scarse. Vorrei che il Pdl prestasse, attenzione non solo verso chi ha appartamenti di 400 metri quadrati ma verso chi rischia di non vedere rifinanziata la Cig in deroga». Sulla stessa linea il presidente dell'Anci Piero Fassino, sindaco Pd di Torino, secondo il quale «l'abolizione dell'Imu comporta un buco finanziario insostenibile» per le casse dei comuni.
Lancette indietro, quindi, a inizio trattativa. Quando le uscite dei ministri facevano arrabbiare anche il premier Enrico Letta, tanto sapevano di provocazione contro il Pdl e quindi di mossa per fare cadere in anticipo il suo esecutivo.
È vero che il clima in queste settimane è diverso rispetto ad allora. C'è la decadenza di Silvio Berlusconi, l'irrigidimento del Pd sul voto alla giunta per le elezioni e la difesa del Pdl. Ma il tema centrale resta sempre l'Imu e ieri erano molti gli esponenti della maggioranza a dire che, se il governo cadrà, sarà proprio sull'imposta.
Da qualche giorno si registra qualche freno anche dalle parti di via XX Settembre. Il ministero dell'Economia ha ripreso il monopolio sulla copertura, che da «scelta politica», è tornata materia esclusiva di Fabrizio Saccomanni e della Ragioneria generale dello stato. Il dicastero si è affrettato a correggere varie indiscrezioni su coperture alternative uscite nel fine settimana (tasse su alcol e sigarette elettroniche, maggiore gettito Iva dal pagamento dei debiti della Pa), senza smentire le voci più pessimiste trapelate dai tecnici del ministero, secondo le quali sarebbero a rischio sia la sterilizzazione dell'aumento dell'Iva e sia l'abolizione della seconda rata Imu di dicembre.
«Saccomanni non pensi di presentarsi e proporre un aut aut», ha avvisato il capogruppo alla Camera del Pdl Renato Brunetta che lamenta il silenzio di Saccomani sul tema.
Sull'Imu il primo partito del centrodestra è unito. «Abbiamo detto che gli italiani non avrebbero più pagato l'Imu e così deve essere», ha avvertito Daniele Santanchè, sicura che, alla fine, la linea del centrodestra passerà. «Hanno talmente paura che questo governo cada che cederanno». Renato Schifani ricorda che sull'Imu c'è un impegno di Letta e a chi ieri ha giudicato come strumentale l'offensiva Pdl risponde Anna Maria Bernini: «Il vero ricatto è di Fassina».

Il fatto è, conclude Daniele Capezzone, che «non ci si può chiedere di dimenticare i nostri impegni economici e fiscali». Dichiarazioni dalle quali emerge un dato certo: dalla decisione sull'Imu il governo potrà rinascere, ma anche cadere.

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