Dalla Svizzera 4 miliardi per cancellare l'odiata Imu

Il governo elvetico ora spinge per l'intesa sui 150 miliardi di euro di capitali italiani depositati oltre frontiera: smentito a sinistra chi diceva che l'idea non stava in piedi

La pagina del modello F24 alla voce Imu
La pagina del modello F24 alla voce Imu

Roma - Era «una balla», una copertura del tutto ipotetica soprattutto perché - si disse allora - dalla Svizzera «il governo elvetico frena e boccia Berlusconi». Troppo facile coprire la cancellazione dell'Imu sulla prima casa con i soldi che arriveranno dall'accordo con Berna, quello che mira a fare emergere (e tassare) i capitali fuggiti dall'Italia. Il Pdl - nel febbraio scorso - ne fece una bandiera, ma quando il governo svizzero spiegò che l'intesa doveva ancora essere firmata, la cosa venne interpretata come un no preventivo del governo elvetico. Seguirono commenti ironici e sfottò, soprattutto quando il centrodestra fece presente come in realtà Berna non avesse smentito niente (lo disse Renato Brunetta), anche perché aveva tutto l'interesse a firmare l'intesa e uscire dalla lista nera degli Stati che non collaborano con il fisco.
Ieri però lo stesso tipo di valutazioni è arrivato da un membro del governo, il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo, che di fatto conferma l'idea avuta a suo tempo dal centrodestra. Prima un ricorso ai Bot (ricetta rilanciata anche recentemente da Fratelli d'Italia) e poi accordo con la Svizzera. «Sull'Imu si sta giocando una partita politica che prescinde dal problema. Il ricorso ai Bot è una possibile misura transitoria, a condizione che a fine anno si arrivi a una copertura finanziaria effettiva, che varierà in base all'eventualità che l'Imu sia eliminata o ridotta», ha spiegato in un'intervista a formiche.net.
Per quanto riguarda il passo successivo, le risorse per la copertura «potrebbero derivare dall'accordo sui capitali con la Svizzera, previsto per fine anno, che si basa su due capitoli. Il primo riguarda il pregresso dei capitali in Svizzera non scudati per cui si cercherà di avere una sanatoria una tantum. Il secondo prevede invece la tassazione dei redditi su quei capitali che potranno poi rimanere in Svizzera».
Con la prima tranche sarebbe possibile restituire l'Imu del 2012, e con la seconda coprire la tassa (e quindi le risorse da trasferire ai comuni), nei prossimi anni. Non era un sogno insomma. «Si tratta di un disegno razionale. Nonostante le difficoltà della sua realizzazione, sono proprio gli svizzeri ad accelerare sui tempi, sono loro a voler uscire dalla lista grigia. Abbiamo ancora sette o otto mesi per concludere l'accordo». Quindi in tempo per mettere a bilancio la copertura nel 2013.
Quantificare le risorse che sono necessarie è per il momento difficile, perché sull'Imu tra i partiti della maggioranza che verrà ci sono diverse ricette. Quella del Pdl, il ritorno alla versione precedente, che risparmiava la prima casa, è di fatto quantificata nell'ultimo Def. Costa quattro miliardi all'anno. Il Pd - stando al programma elettorale - punta su un ampiamento della detrazione a 500 euro e Scelta Civica vorrebbe introdurre maggiori detrazioni familiari.
Il problema è appunto la copertura. L'accordo con la Svizzera darebbe entrate non certe, ma il «tesoretto» al quale attingere è di tutto rispetto. I soldi degli italiani si stima siano 150 miliardi di euro.
Oltre a quella Svizzera, che il governo non potrà non considerare viste le difficoltà a tagliare ulteriormente la spesa, c'è appunto l'ipotesi dell'emissione di titoli di stato a lunga scadenza, magari decennali, perlomeno per ripagare le rate del 2012, come ha proposto il cofondatore di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa.


Ma ci sono anche gli altri capitoli della stangata fiscale estiva da rivedere e relative coperture: tre miliardi di euro che servono a evitare l'aumento dell'Iva e a correggere la Tares, la nuova imposta sull'immondizia. Enrico Letta e il futuro ministro dell'Economia non potranno ignorare nessuna possibile copertura. Neppure quella svizzera che la sua area politica, partiti e giornali, aveva deriso.

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