Mentre buona parte della stampa britannica e non solo saluta l’elezione del sindaco di Firenze a nuovo segretario del Pd definendolo il "Blair italiano", il Financial Times si augura che lo diventi effettivamente. Perché, scrive Bill Emmott sul quotidiano britannico, "qualunque cosa si pensi di Blair, l’elezione del 38enne sindaco di Firenze è un raro momento di speranza per l’Italia, e quindi per l’Europa". Per capire quale piega prenderà la politica democrat, basta dare una scorsa ai principali quotidiani italiani che hanno fatto la gara per accaparrarsi un membro della nuova segreteria piddì. All'indomani della vittoria di Matteo Renzi, tocca infatti ai tredici "nominati" fare l'elenco delle priorità che dovrà assumersi il governo.
"Occorre cambiare il volto dell’Italia attraverso scelte importanti per una società che sta a sua volta cambiando rapidamente. Adesso con Renzi alla guida del Pd c’è una forte spinta nuova". La governatrice del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani, responsabile delle Infrastrutture nella segreteria piddì, concede due interviste ad Avvenire e Gazzettino per fissare quelli che per lei devono essere i punti cardine dell'azione di governo, e cioè le riforme istituzionali e il taglio dei costi della politica. Punti da i quali il premier Enrico Letta non può svicolare. Altrimenti il governo rischia grosso. Letta e Renzi sono già incontrati ieri sera, a Palazzo Chigi: volenti o nolenti, sembrano aver trovato uno straccio d'intesa sui prossimi appuntamenti che attendono l'esecutivo e la maggioranza di cui il Pd è, a conti fatti, l'azionista di maggioranza. Al centro della road map ci sono appunto le riforme: quelle economiche e, in primissima battuta, quelle istituzionali. Un tema quest’ultimo che, a cominciare dalla legge elettorale, sarà al centro di un confronto di maggioranza che sarà avviato nei primi giorni di gennaio. "Un incontro lungo, positivo e fruttuoso che conferma il nostro comune impegno. Lavoreremo bene insieme" è stata la scarna nota dettata alle agenzie da Letta e Renzi. Dietro a queste poche parole la consapevolezza per entrambi che, se non per amore, è comunque interesse comune condividere i prossimi passaggi. Quale, però l'orizzonte? Mentre il neo segretario guarda alle elezioni anticipate, il premier spera di arrivare indenne al 2015.
Le riforme, dunque. "Adesso il nuovo segretario dovrà spiegarci qual è la sua idea di Pd", bofonchia l’ex segretario democratico Pier Luigi Bersani. Se non Renzi in prima persona, ci pensa la sua squadra a elencare il programma del "nuovo" Pd. Si parte dall'economia. In una intervista all’Unità Federico Taddei, responsabile Economia nella segreteria di Renzi, mette al primo punto la riduzione dell’Irpef tagliando la spesa senza toccare "i capitoli che hanno a che vedere con welfare, scuola e ricerca". Per Marianna Madia, responsabile lavoro, bisogna invece introdurre il "reddito minimo garantito" e correggere la legge Fornero risolvendo la questione degli esodati e tutelando "chi versa contributi per carriere discontinue". Per quanto riguarda il fronte della giustizia tocca ad Alessia Morani, intervistata sia da Repubblica sia dalla Stampa, fare il punto sulle priorità del Pd.
"Amnistia e indulto sono provvedimenti che non risolvono il sovraffollamento carcerario, creano nei cittadini l’idea che non esistano pene certe e fanno venire meno la funzione fondamentale del carcere, cioè la rieducazione - spiega l'ex bersaniana, ora responsabile giustizia - bisogna fare riforme strutturali per tenere insieme i diritti dei detenuti con i diritti delle persone violate". Quindi l'elenco delle priorità: riformare la giustizia civile, combattere il sovraffollamento delle carceri e mettere fine all'abuso della carcerazione preventiva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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