Toghe in campagna elettorale. Il Cav: "È un'azione giacobina"

Giustizia a orologeria. Alla vigilia delle elezioni chiuse le indagini sul caso Maugeri che inguaia Formigoni, arrestato l'ad di Finmeccanica e condannato Fitto per tangenti. Berlusconi accusa: "La manona giudiziaria entra nella campagna elettorale". Anm in campo

Toghe in campagna elettorale. Il Cav: "È un'azione giacobina"

Dopo lo scandalo che ha fatto traballare il Monte dei Paschi di Siena e ha fatto crollare nei sondaggi il Pd di Pier Luigi Bersani, ecco spuntare la longa manus della magistratura per riequilibrare l'assetto politico. Così alla vigilia delle elezioni i pm corrono in aiuto alla sinistra: prima mettono in carcere l'ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi per un giro di tangenti, entro cui fanno rientrare la Lega Nord; poi chiudono le indagini sul caso Maugeri e arrivano ad accusare il governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni addirittura di associazione a delinquere; infine condannano Raffaele Fitto per tangenti. Tre procure diverse, tre processi diversi, un unico disegno per colpire il centrodestra e fargli perdere parte del consenso recuperato nelle ultime settimane da Silvio Berlusconi.

Senza dubbio, nelle ultime ore, sono le inchieste a dominare la scena elettorale. Sospetti e accuse si intrecciano tra le forze in campo. Con l’esclusione del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che su quest’onda giustizialista potrebbe aumentare ancora i propri consensi. Forte dei commentatori che lo danno in crescita, il comico genovese domenica prossima romperà il digiuno televisivo con una intervista a Sky. Il più duro verso l’irruzione delle toghe nella campagna elettorale per le politiche è stato proprio il Cavaliere. "La magistratura sta mandando in malora l’Italia con una interpretazione giacobina", ha attaccato il leader del Pdl smascherando apertamente l'offensiva politica della magistratura italia che spera, in questo modo, di aiutare la sinistra a vincere le elezioni. "Oggi dentro la nostra democrazia c’è un cancro, una patologia che si chiama magistratura", ha continuato l'ex premier puntando il dito contro quella "corrente legata da un filo rosso" e che "usa il potere dei giudici contro gli avversari per farli sparire". Anche il leader leghista Roberto Maroni vede con sospetto la tempistica con cui è stata chiusa l’inchiesta che riguarda Formigoni: "L’impressione è che si tratti un po' di giustizia a orologeria". Per il Carroccio sono giornate complicate a causa delll’arresto dell’ad di Finmeccanica. Oggi Maroni ha, infatti, annunciato "querele contro i diffamatori di professione" che continuano a dare Orsi in quota Lega.

L’Associazione nazionale dei magistrati (Anm) non è rimasta a guardare ed è subito entrata a gamba tesa nello scontro elettorale difendendo a spada tratta l’operato dei giudici. "Non c’è nessuna manona giudiziaria", ha assicurato il presidente Rodolfo Sabelli. Galvanizzati dagli attacchi delle ultime ore, i vertici del Partito democratico hanno subito promesso il pugno di ferro contro la corruzione. "Le norme di Monti sono troppo deboli - ha spiegato Pier Luigi Bersani - occorre andare giù più pesanti". In questo clima, c’è chi teme si concretizzi il rischio di un risultato elettorale incerto.

Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini spera che non si debba tornare a votare dopo sei mesi, ma non è in grado di escluderlo categoricamente. Speranza condivisa anche dal Professore, ma che rischia di infrangersi nel vuoto.

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