RomaUn fisco troppo occhiuto serve a poco, se non a deprimere i consumi. Spostare la lente degli 007 dai redditi ai consumi, poi, rischia di avere effetti opposti a quelli attesi: fare crescere l'economia sommersa e quindi l'evasione. La Corte dei conti torna a fare le pulci agli strumenti che l'Italia si è data per mettere a posto i conti e recuperare evasione e non risparmia nemmeno quelli di ultima generazione. Alcune misure di lotta all'evasione fiscale, come lo spesometro, cioè l'obbligo per i soggetti Iva di comunicare telematicamente tutte le operazioni superiori ai 3mila euro, comportano alcuni «rischi», tra i quali «effetti negativi sui consumi» o, «peggio», l'aumento della «propensione ad effettuare acquisti di beni e servizi in nero», rileva la Corte dei Conti.
Male anche il nuovo redditometro, che sta per arrivare. Scrivono i magistrati contabili nell'ultimo rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, «è basato sostanzialmente sulla concorrente valutazione di componenti di spesa analiticamente determinati e di elementi di spesa presunti», ma nonostante «il clamore mediatico suscitato», «appare francamente sproporzionato alle limitate potenzialità dello strumento e alla presumibile efficacia dello stesso che, continuerà, inevitabilmente, a costituire un criterio complementare per l'accertamento dell'Irpef». La Corte, inoltre, con riferimento allo spesometro, sottolinea che «non si possono sottacere i rischi che alcune delle misure adottate negli ultimi anni, come quella relativa alla rilevazione sistematica delle operazioni, verso i consumatori finali di importo pari o superiore a 3.600 euro, abbiano indotto effetti negativi sui consumi o, peggio, possano avere incrementato la propensione ad effettuare acquisti di beni e servizi in nero».
Nel rapporto, la Corte boccia sostanzialmente le scelte fatte nella scorsa legislatura. La lotta all'evasione fiscale «continua ad essere un elemento centrale e imprescindibile nell'azione di risanamento della finanza pubblica» ma «la strategia adottata dal legislatore nel corso della passata legislatura è stata caratterizzata da andamenti ondivaghi e contraddittori».
Nel 2012 «l'andamento della riscossione segnala un preoccupante indebolimento». Il tasso di riscossione (il rapporto tra il riscosso e il carico netto) - fa notare la Corte - e all'1,94%, «molto al di sotto del minimo toccato nel 2006», quando era al 2,66%. Quello della Corte non è comunque un invito ad abbassare la guardia. Giudica positivamente gli strumenti presi in passato. E spiega che, semmai, nella lotta all'evasione ci si è concentrati troppo sui grandi contribuenti e poco sui titolari di attività economiche di piccola e media dimensione mentre «è proprio in questo settore che si concentra buona parte dell'evasione Iva».
«Il lavoro che ci accingiamo a svolgere sulla delega fiscale può essere un'opportunità non solo per una manutenzione ma per una vera e propria riforma fiscale», ha commentato il presidente della Commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone del Pdl. Il Pd Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera vuole partire dall'analisi della Corte dei conti per «definire rapidamente come correggere il tiro».
A rimetterci potrebbe essere proprio il redditometro che è in dirittura di arrivo. Il nuovo strumento di lotta all'evasione fiscale messo a punto dall'Agenzia delle Entrate, già corretto per renderlo meno complesso e punitivo, potrebbe arrivare a giorni. Rispetto alle prime versioni è stato limitato il ricorso alle media Istat sulle spese.
Intanto, sul fronte dei conti pubblici, si conferma l'allarme deficit.
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