Il Veneto proclama la rivolta fiscale

Stasera a Vicenza distribuiranno un prontuario che spiega come evitare di pagare le tasse

Hanno cominciato con il clamoroso referendum indipendentista, poi hanno proclamato la Delegazione dei 10 «per gestire il periodo di transizione verso la presa di sovranità della Repubblica Veneta», ora tocca a una seconda spallata contro la tirannia italiana: la campagna per non pagare più le tasse a Roma. Esenzione fiscale totale, la chiama Gianluca Busato, il leader dei secessionisti. «Solo con la libertà economica e fiscale il Veneto può rafforzare la sua piena indipendenza», scrive Busato su internet. Stasera a Vicenza una manifestazione popolare, che secondo Busato radunerà qualche migliaio di persone, sancirà formalmente l'atto di disobbedienza fiscale. Che significa, detto in soldoni, sfruttare tutte le pieghe dell'infernale burocrazia erariale per evitare di mandare soldi a Roma. Un gruppo di fiscalisti, commercialisti e avvocati è al lavoro da settimane per redigere un prontuario anti-tasse che verrà distribuito questa sera, «uno strumento fenomenale». «È tutto regolare, tutto secondo le pieghe delle leggi italiote, non temiamo contenziosi perché saranno azioni legittime - garantisce Busato - Applichiamo la tattica di Sun Tsu, colpiremo il nemico con le stesse armi con cui vuole ridurci in schiavitù. Tra ravvedimenti operosi, pagamenti differiti, rateizzazioni e altre scorciatoie, esistono vari modi per attuare la nostra esenzione fiscale». I vantaggi maggiori saranno per aziende e imprenditori, meno per i contribuenti normali. «Infatti Piazza dei Signori sarà piena di artigiani, commercianti e piccoli imprenditori martoriati dalla crisi e dalla voracità del burosauro centrale», dice Busato.

Questa campagna starà in piedi grazie a una solida rete organizzativa, non con le iniziative sporadiche dei singoli. Fare massa critica è la strategia dei plebiscitari. «Raccoglieremo le adesioni alla campagna di esenzione fiscale attraverso gli oltre 60 uffici pubblici della Repubblica Veneta già costituiti - aggiunge Busato - Appena raggiunto il 5 per cento dei contribuenti applicheremo il piano di obiezione con iniziative clamorose. La prima scatterà il 16 giugno, termine entro cui presentare la denuncia dei redditi. Se ce la facciamo potremmo partire addirittura il 16 maggio, scadenza di liquidazioni e versamenti Iva». Significa che i contribuenti si terranno in tasca i soldi delle tasse? «Sissignore, quel denaro servirà come forma alternativa alle altre fonti di finanziamento. E poi notificheremo al Fondo monetario internazionale la minore capacità contributiva dello Stato documentando ogni mancato introito dell'erario. Tutti devono sapere che l'Italia avrà un minore gettito fiscale, i signori di Roma dovranno rifare i conti e non potranno barare con i numeri». Ancora non c'è idea di quanto potrà essere sottratto alle fauci dell'Agenzia delle entrate: «Dipende da quanti faranno obiezione, dalla loro capacità contributiva e dalle scadenze fiscali. Se l'adesione sarà veloce, a Roma se la vedranno brutta». Per Busato e la galassia indipendentista veneta si prepara «uno tsunami politico»: «Fermeremo l'insopportabile emorragia fiscale in terra veneta causata dal peggior inferno fiscale del mondo. Vogliamo il controllo totale delle nostre risorse, in primis economiche, oggi rubate e sprecate».

Il modello, secondo quanto sostiene l'economista Ludovico Pizzati, docente alla California State University, è quello della Cecoslovacchia: dopo la separazione i due nuovi Stati sono cresciuti con forza, addirittura la Slovacchia a ritmi doppi rispetto alla Repubblica Ceca, con il risultato che entrambe ci hanno guadagnato. Un solo rimpianto per Busato: «Purtroppo stasera non potrà parlare Franco Rocchetta. È ancora recluso in isolamento, una misura assurda e vergognosa».

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