VERSO LE ELEZIONI

da Roma

Non c’è solo la procura di Roma ad occuparsi della gestione dei rimborsi elettorali dell’Italia dei valori. La questione, infatti, ha anche un filone «istituzionale» alla Camera dei deputati, organo erogatore del finanziamento. Sono ben due i ricorsi presentati a Montecitorio e in entrambi i casi si lamenta da parte di Antonio Di Pietro la violazione dei patti sulla spartizione dei rimborsi. Il caso più eclatante riguarda le Europee del 2004, quando l’ex pm si presentò in coppia con Achille Occhetto, affiancando al simbolo dell’Idv quello del Cantiere. Finì con un eletto per parte: Di Pietro, poi sostituito da Beniamino Donnici, e Giulietto Chiesa. Al momento della riscossione la sorpresa: incassa solo l’Italia dei valori. Il motivo è piuttosto banale. All’uomo della Bolognina prima delle elezioni venne detto di non preoccuparsi della presentazione della lista, ci avrebbe pensato Di Pietro: è quindi formalmente lui il titolare del rimborso.
La vicenda è finita di fronte alla Corte europea, che ha aperto un procedimento per violazione dei diritti politici fondamentali. La Camera, dal canto suo, ha nominato relatore del ricorso l’alleato di Di Pietro, Pierluigi Castagnetti, che martedì prossimo riceverà gli avvocati di Occhetto e, il giorno successivo, porterà il caso all’ufficio di presidenza. La «giurisprudenza» degli interna corporis di Montecitorio però non lascia tante speranze.
E il precedente riguarda sempre Antonio Di Pietro. Alle Regionali calabresi del 2005, infatti, per superare lo sbarramento del 4% l’Italia dei valori si presenta con il Pdci e con Progetto Calabrie, movimento politico locale guidato dall’ex deputato comunista Giuseppe Pierino (tra i fondatori c’è pure il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi). Il metodo adottato da Di Pietro è lo stesso sperimentato un anno prima: anche ai rappresentanti di Progetto Calabrie viene detto che, per evitare di raccogliere le firme, il simbolo l’avrebbe depositato Idv. La lista ottiene il 4,2, cioè due consiglieri eletti ed un rimborso elettorale pari a 85.895 euro per ciascuno dei cinque anni della legislatura. Un mese dopo il voto i rappresentanti dei tre partiti stabiliscono per iscritto che «il contributo elettorale andrà ripartito in tre parti uguali alle tre formazioni politiche». Sotto quella dichiarazione le firme dell’avvocato Sergio Laganà di Progetto Calabrie, dell’assessore Michelangelo Tripodi per il Pdci e di Beniamino Donnici per i dipietristi.
Dei soldi però al Progetto Calabrie non vedono nemmeno l’ombra. Idv e Pdci incassano le prime due rate, 2005 e 2006, Pierino invece ci guadagna la beffa di vedersi attribuire in due trasmissioni tv «l’incasso del rimborso di 85.895 euro per il 2005 e per gli anni seguenti».
È a quel punto che si rivolge al presidente della Camera Fausto Bertinotti per chiedergli, con lettera del 12 ottobre 2007, «di veder riconosciuto il diritto di Progetto Calabrie ad ottenere il terzo del rimborso spettante» e lamentando «una appropriazione indebita» ai danni del suo movimento. A quel punto la Camera sospende l’erogazione della rata 2007. «Nella riunione del 14 novembre 2007 l’Ufficio di presidenza stabilisce che nelle more della decisione - si legge nel verbale - il pagamento della rata 2007 sarebbe rimasto sospeso e il relativo importo depositato su un conto bancario fruttifero nell’interesse degli aventi diritto». Ma nonostante la corposa documentazione prodotta, tra cui l’accordo sulla tripartizione dei soldi, quelli di Progetto Calabrie si vedono dar torto prima dal relatore Carlo Leoni, vicepresidente della Camera e prossimo candidato alle elezioni insieme al Pdci nella Sinistra arcobaleno, e poi dalla maggioranza dell’Ufficio di presidenza che decide di respingere il ricorso.

Unico contrario Teodoro Buontempo, che denuncia il rischio di «una grande ingiustizia», la stessa già subita da Occhetto. Ma tant’è. A Montecitorio il Pdci può contare su un occhio di riguardo tra i questori e così, lo scorso 30 gennaio, la Camera dà torto a Pierino e ragione a Di Pietro e al Pdci: via libera alla rata 2007.

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